LA MOGLIE DEL POLIZIOTTO
Nelle sale italiane, una pellicola da VEDERE, una storia delicata e violenta sui maltrattamenti che subiscono le donne all'interno della famiglia
Alcune scene dal film |
Il regista con le due gemelle che si alternano nel film nella parte di Clara |
Proprio lunedì 25 novembre nella giornata mondiale contro la
violenza alle donne c’è stata l’anteprima a Napoli, al Modernissimo, del film “La
moglie del poliziotto” del regista Philiph Gröning, premio speciale della
giuria Festival di Venezia. Il film in lingua originale (tedesco) è
sottotitolato. E qui dovrei passare a raccontarvi la trama, ma vi dico subito
di non aspettarvi il solito film, la storia potrebbe sembrare banale, una
coppia giovane marito, moglie graziosa, ed una figlia, un bimba di 4 anni o giù
di lì. Lui poliziotto in una cittadina tedesca, pulita ed ordinata, con case in
mattoni rossi, poco traffico, e tutto intorno una natura incontaminata, volpi
che la notte circolano indisturbate per le strade della cittadina, cascate,
uccelli che cinguettano, caprioli che sfrecciano davanti alle auto, e qualche
volta vengono investiti, distese di campi con spighe giallo oro, insomma un
panorama quanto mai idilliaco. Una famigliola che vive la classica vita di
coppia, lui che rientra dopo aver svolto il suo lavoro di poliziotto, la
consorte amorosa con la quale ha una buona intesa sessuale, e la bimba che
riempie la loro vita di coppia. Va detto che il film ha uno svolgimento
singolare è diviso in capitoli (60 in tutto) dove lo spettatore come in un
libro “vede” il procedere della vicenda e l’escalation che partendo da un gesto
d’insofferenza di Uwe (David Zimmerschield) nei confronti di Christine
(Alexandra Finder) diventa vera e propria violenza che lo spettatore vive
attraverso le lividure che man mano aumentano sul corpo della donna e gli
scatti di rabbia dell’uomo. Non vi aspettate scene di violenza ce ne saranno
tre o quattro in tutto il film, che dura circa 175 minuti, ma è il pathos che
si percepisce della brutalità di Uwe, faccia d’angelo, contro la giovane
moglie, che come tutte le donne che subiscono partner maneschi, si ritengono “colpevoli”
di scatenare con il loro agire la violenza del compagno. Il finale non ve lo
raccontiamo perché il film lo dovete andare a vedere perché è un film magnifico
come l’interpretazione degli attori e soprattutto della bambina Clara (Pia
Kleemann e Chiara Kleemann) che subisce indirettamente l’atmosfera di violenza
silenziosa che coinvolge i suoi genitori, altri attori Horst Rehberg, Lars
Rudolph. Produzione: 3L Filmproduktion, Bavaria
Film, Philip-Gröning-Filmproduktion, ZDF/Arte, Distribuzione:
Satine Film . Ha detto il regista Göring quando ha
ricevuto il riconoscimento veneziano: “La moglie del poliziotto parla della parte
oscura che esiste dentro di noi. L’uomo è un marito, un poliziotto, e maltratta
la moglie. La picchia. Per tensione, per odio, per amore, per l’assurdo senso
di impotenza della sua vita, che lo soffoca fino ad annientarlo. La moglie del
poliziotto è un film che parla di bisogni profondi. È un film sulla tenerezza,
sul desiderio di tenerezza. Nelle relazioni violente c’è un enorme paradosso.
Più la moglie del poliziotto si sente ferita, sola e in difficoltà, più
desidera anche il minimo gesto di affetto, più cerca il contatto con suo
marito. Una leggera carezza la mattina dopo avere subito maltrattamenti può
prolungare la relazione per anni”. Non FATEVELO SCAPPARE
Annamaria Ghedina
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