mercoledì 28 dicembre 2016

CAPRICCI GOLOSI








Genuinità di Terra di Lavoro: 
a Casal di Principe gli esperti ne svelano le virtù 
Genuinità di Terra di Lavoro: non soltanto eccellenze del territorio ma veri e propri tesori da custodire e da promuovere. Canapa, asprinio, mela annurca, prodotti caseari e grani antichi, caratteristiche nutrizionali e competenze agro-eno-gastronomiche: se n'è parlato a Casal di Principe nel quinto evento della rassegna itinerante "Salute, Alimentazione e Bellezza, tutto quello che molti non sanno", ideata e promossa dalla giornalista Teresa Lucianelli.
Specialisti medici ed esperti internazionali, insieme a produttori campani, giornalisti e blogger, si sono confrontati da Arbustum,   del patron e chef Angelo D'Amore, con l'obiettivo primario di promuovere una corretta ed efficace informazione sulla sana alimentazione in Campania.Sono intervenuti: Giuseppina Siciliano, chirurgo vascolare, angiologo e specialista Metodiche antiaging non invasive; Davide Bianchini, nutrizionista, specialista in Alimentazione per sportivi e Gestione fame emotiva; Nicola Migliaccio, agronomo, fiduciario Slow Food Agro Aversano - Atellano; una rappresentanza di Fareambiente, guidata per la Campania da Francesco Della Corte, con Carmen Izzo e Alfredo Emanuele Di Bello; Nicola Rivieccio, esperto nell'Agroalimentare e giornalista referente Media agricoltori Campagna Amica;  Raffaele Magliulo, vini tipici; Andrea Notaro e Decio Sommese, birra artigianale; Antonio Testa, legumi con metodiche tradizionali bio; Lorenzo Di Guglielmo, panificazione grani antichi. All'evento, hanno partecipato con i loro prodotti di eccellenza territoriale, aziende specializzate nell'Alimentazione di alta qualità che hanno scelto di adoperare prodotti freschi e genuini del territorio campano: la Pasticceria Lombardi con il suo maestro pasticciere Aniello Di Caprio, l'Antica Pasticceria Armando Scaturchio con il patron e chef pasticciere Armando Scaturchio; i produttori Antonio Sagliocco e Caterina Pezone titolari di Masseria Cardilli, prodotti caseari bufalini di alta qualità; Antica Casearia Fierro, rappresentata per l'occasione dalla giornalista Valentina Nasso; Caseificio Cerullo, Birrificio Borbonico, Azienda agricola biologica per la canapicoltura "Nicola Migliaccio", le azienea agricole "Forcinella" e "Abbazia della Ferrara" produzioni pregiate di legumi, gli agricoltori dell'Agrimercato di Campagna Amica, Cantine Magliulo, vini da vigneti autoctoni; Mulino Bencivenga. A introdurre, l'ideatrice della rassegna Teresa Lucianelli, giornalista professionista esperta in campo medico ed  eno-gastronomico.
"La mela annurca è fonte di grande benessere. Ricca di vitamine, da gestibile, ideale nelle diete per bimbi e malati; grattugiata è astringente, ottima cotta per aiutare le funzioni intestinali e non solo grazie alle sue proprietà è indicata per rinforzare unghie e capelli. Toccasana per le nostre arterie se ne consigliano due al giorno per il sistema cardiovascolare" - ha spiegato Siciliano."La bufala campana fornisce delle ottime carni dal contenuto di grassi mediamente inferiore da quello dei bovini più comunemente consumati e questo può avere un impatto considerevole sui livelli plasmatici di colesterolo di chi l’assume, che sono legati alla quantità di grassi introdotti nella dieta, in particolare quelli di origine animale - ha precisato Bianchini - Alti livelli di colesterolo aumentano il rischio di malattie cardiovascolari, nella nostra società prima causa di mortalità. Per questi motivi spesso sono stati messi all’indice i prodotti caseari che invece rappresentano una valida fonte di proteine nobili e calcio e possono essere inseriti in un programma nutrizionale equilibrato anche due o tre volte la settimana". "I prodotti tipici del territorio casertano restano un giacimento unico nel suo genere. Il valore inestimabile delle tradizionali competenze agricole, zootecniche, agroalimentari ed enogastronomiche di Terra di Lavoro e dell’Alto Casertano, indissolubilmente legate alle irriproducibili condizioni ambientali e climatiche della regione costituiscono un cardine unico e di sicuro riferimento per il benessere salutistico ed economico collettivo" - ha affermato Rivieccio. Le birre borboniche, ottenute secondo metodo tradizionale in modo da conservare le proprietà benefiche del prodotto, come sottolineato da Decio Sommese e da Andrea Notaro, rappresentano validi esempi di bevande alcoliche di cui è stato dimostrato - in base a numerosi e validi studi scientifici che, assunte con moderazione, influiscono sulla riduzione delle malattie cardiovascolari e di patologie degenerative come l’osteoporosi ed anche alcuni tipi di demenza. Così pure il vino genuino, come gli autoctoni e storici Asprinio e Carditello, presentati con motivato orgoglio da Raffaele Magliulo. Un bicchiere di buon vino a pasto (per gli uomini anche due) offre questi  benefici, come garantito anche dagli specialisti presenti.
Si è parlato di un tesoro tradizionalmente della zona, chiamato canapa: riscoperta recentemente - come spiegato dal cultore e coltivatore  Nicola Migliaccio - è un prodotto di notevole interesse. La sua farina si differenzia sostanzialmente da quelle di frumento e similari perché vanta un contenuto di proteine uguale a quello di una fetta di carne, in cui - dato importane - manca il glutine. Riesce a fornire un apporto completo dal punto di vista degli aminoacidi essenziali (tranne che per la lisina) che sono in genere carenti nelle proteine vegetali. Va poi sottolineato che nella canapa vi è pure una quota di circa l’8% di grassi monoinsaturi omega-6 e omega-3 nell’ottimale rapporto 2:1 che permette loro di sviluppare al meglio nell’organismo i benefici sui livelli di colesterolo e trigliceridi plasmatici.
Questa farina, giacché ha un. contenuto di carboidrati irrisorio, si presta ad essere unita a quelle tradizionali, meglio se integrali così da ottenere un prodotto (pasta o pane) con maggior apporto proteico e grassi di qualità.  La percentuale di canapa nella pasta o nel pane può variare da un minimo del 10% fino anche al 30% del suo totale.
I grani antichi, importanti per incrementare la biodiversità e dare un’alternativa organolettica importante, richiedono una minore raffinazione rispetto al frumento moderno, particolare questo di rilievo per la salute. "È stato dimostrato che le farine integrali non raffinate hanno un effetto benefico sui livelli di glicemia nel sangue, agendo non tanto sulla velocità di svuotamento gastrico, quanto sulla mediazione insulinica che avviene in una parte più terminale dell’intestino, cosa che consente un minore stress per le beta cellule del pancreas che possono così lavorare meno - ha evidenziato il dott Davide Bianchini - Questo è importantissimo nel paziente diabetico. Inoltre la qualità del glutine presente in questo tipo di grani riduce la digestione impegnativa soprattutto nel medio intestino causa del gonfiore tipico, migliorandone la tolleranza per tutti ed in particolare gli affetti da 'gluten sensivity'".
Particolarmente apprezzata l'ampia parte musicale dell'evento, dedicata a canzoni antiche della Campania dal '400 ai primi del '900, da ascoltare, da ballare e da cantare tutti insieme, con l'incantevole voce della nota cantattrice Giò Siciliano, vincitrice di tanti premi e concorsi canori e teatrali. Alla fisarmonica il noto maestro e compositore Angelo Mosca, tra i migliori fisarmonicisti italiani. Insieme, sono riusciti a coinvolgere il qualificato pubblico presente, dedicando dei momenti intensi ed anche di grande gioia.
Nell'occasione: "Autentici falsi d'Autrice e i miei ritratti" mostra pittorica dell'artista Maria Bianco: copie di estrema precisione e volti di grande suggestione, dai tratti delicati e dai sapienti giochi di luce. Un contributo che ha impreziosito ulteriormente la riuscita kermesse.
Esperti e pubblico hanno potuto degustare, piatti caratteristici a base dei prodotti tipici del Casertano, in accompagnamento vini da vigneti autoctoni, come gli ottimi asprinio e carditello di Raffaele Magliulo. Delizie a base  di farina di canapa, salumi di bufala. Squisiti formaggi assortiti freschi e secchi, al peperoncino, alle erbe di Cerullo. Creme e zuppe di legumi di Abbazia della Ferrara. Particolarmente apprezzate le lenticchie di montagna, coltivate con ottimi risultati nell'alto casertano ed i pregiati fagioli "perlini". Non poteva mancare la mozzarella di bufala, regina del territorio: bocconi e bocconcini di Masseria Cardilli e di Fierro. Verdure grigliate, finocchi gratinati e in crudité, broccoli in tegame e friarielli in padella degli agricoltori di Campagna Amica. Gli eccellenti pani del Mulino Bencivenga.
Grande tributo alle autentiche e secolari eccellenze di Terra di Lavoro con la salutare torta all'annurca - mela impiegata anche per creme e gelatine - preparata da Armando Scaturchio, che, insieme al fragrante e soffice panettone artigianale casertano di Aniello Di Caprio, hanno deliziato i presenti.
IL GUSTO DEGLI CHAMPS ELYSEE
https://www.facebook.com/champs.elysees1/?fref=ts
 UN SUCCESSO STREPITOSO
ACCOMPAGNA LA SANTAROSA
Nel suo paese d’origine chiusa la V edizione della kermesse a lei dedicata

premiazione barman

premiazione chef
Emblema di dolcezza, gusto, sapori unici e bellezza nel suo aspetto la Santarosa conquista, sempre più, i suoi fans e chi di lei sa tanto poco. Si! Perché in tanti forse non la conoscono neppure o accettano per Santarosa una sfogliatella con un pò di crema al centro di una spaccatura superiore sulla quale è poggiata qualche amarena. Ecco il motivo tanto valido della manifestazione, nata cinque anni addietro e conclusasi appunto con la V edizione nel comune di Conca dei Marini che vanta le origini della Santarosa, risalente al lontano 1700, nell’antico Monastero Santa Rosa. Artefice e curatrice dell’evento SantarosaConcaFestival Concorso Gastronomico Nazionale che quest’anno ha avuto come tema “La Sig.ra SANTAROSA e il Sig. GELATO!”, è stata la splendida Tiziana Carbone. La Carbone, definita splendida da tanti che la conoscono e l’apprezzano oltre che per le sue doti di leggiadria fisica, anche e soprattutto per le grandi capacità come in questo caso di promuovere e valorizzare, con una attenta conduzione dei momenti salienti e non, tutto il percorso che la manifestazione prevede, ha nella serata conclusiva del Santarosa Conca Festival 2016 dato dimostrazione a tutti, spiegando le finalità dell’evento, di essere una grande conduttrice dell’edizione appena conclusasi e di saperne e poterne organizzare la successiva per il 2017, anche con un nuovo format ricco di sorprese. 
In effetti questo Concorso Gastronomico Nazionale “SantarosaConcaFestival 2016” – “La Sig.ra Santarosa e il Sig. Gelato” ha dimostrato ancora una volta di saper essere un motore di attrazione turista e divulgativo della storicità del più bel punto, della più attraente fetta di mare del territorio italiano, una delle più belle terre panoramiche del mondo: la Costiera Amalfitana. Alla serata conclusiva che dopo selezioni per i partecipanti al concorso rivolto a chef pasticcieri e barman altamente qualificati, ed all’uopo non può che parlarsi di Aibes (Associazione Italiana Barman e Sostenitori), che sono giunti in finale in soli tre per la pasticceria e tre per i barman affrontando così l’ultima sfida tra già grandi campioni, è intervenuto Gaetano Frate, sindaco della cittadina perla della Costiera in provincia di Salerno. Il primo cittadino di Conca dei Marini, che ha fortemente voluto la realizzazione di questo evento unitamente alla sua Giunta comunale, riuscendo ad ottenere i fondi previsti dal bando “Eventi di rilevanza nazionale ed internazionale” e “Iniziative promozionali sul territorio Regionale” (POC) 2014-2020 nell’ambito delle iniziative di promozione del territorio programmate dall’assessorato al turismo della Regione Campania, si è detto convinto che potrebbero essere create, con impegno e buona volontà anche altre occasioni per la promozione dei nostri territori, e questo evento del Santarosa Conca Festival ne è la dimostrazione e deve essere uno sprono ad adoperarsi per realizzarne altri, significativi dei valori che possediamo e vogliamo trasmettere per tramandare. Ad ospitare la finalissima della Kermesse che ha avuto come momenti collaterali numerosi altri eventi, in tutto il periodo estivo attraendo i turisti, è stato lo storico ristorante “La Bontà del Capo” , ovviamente di Conca dei Marini, accogliente per la cortesia dell’intera famiglia a cominciare dal titolare Salvatore Criscuolo, per continuare con il figlio Antonio che lo gestisce con grande professionalità ed attenzione ad ogni esigenza del cliente, al personale tutto pronto ad ogni necessità dell’avventore per concludersi con colui che nella ristorazione è il primo artefice del successo della struttura nella quale opera, che è chiaramente lo chef e se si parla di Fiore Oliveto, che ha sposato la sorella di Antonio, i meriti di quella cucina tipica locale della Costiera Amalfitana, che puoi gustare godendoti  un panorama mozzafiato e un’atmosfera indescrivibile ed una vista mozzafiato tra cielo e mare, da cui si vedono li galli e i faraglioni di Capri, sono proprio i suoi. La sorpresa finale è poi che mangi tutto molto buono anzi squisito, pesce freschissimo e solo del territorio, con lo chef Fiore che viene a sincerarsi se ciò che viene servito è di assoluto gradimento da parte del cliente, la moglie dello chef, dicevamo anche lei una Criscuolo, addetta alle pubbliche relazioni ed alla cassa, ed il conto se non prendi particolare pesce o particolari vini si aggira tra 25 e 35 €, una vera rispondenza qualità-prezzo. Ma se poi vuoi scialare e trovi una pezzogna del nostro triangolo di mare di fronte a Capri, conviene approfittare e pagare qualcosa in più ed aggiungere magari una ulteriore spesa per un “Furore bianco - Fiorduva” prodotto dalle cantine di Marisa Cuomo che veramente ci azzecca e completa un pranzo o cena da Re. Sul grande terrazzo del ristorante è stato disposto il tavolo dove si è seduta la giuria, mentre sul lato destro si sono esibiti i barman in gara che, al pubblico seduto sulle tante sedie a mo’ di platea ed ai giurati che frontalmente li osservavano per giudicarli, hanno offerto uno gran spettacolo di professionalità, d'altronde non poteva essere diversamente dato che l’Aibes in Campania diretta dal fiduciario Francesco Reder detiene numerosi primati con tanti iscritti vincitori di concorsi di cocktail nazionali ed internazionali e lo stesso Reder vanta la conquista dell’ Award migliore Sezione assegnatogli per gli anni 2003 e 2006.  
In concorso prevedeva un matrimonio tra Santarosa e gelato sia per il cocktail che per l’elaborato di pasticceria: “Come in una coppia ben assortita coesistono fattori apparentemente contrastanti ma che, sapientemente miscelati, formano un connubio perfetto, così, quest’anno, la sfida che proponiamo ai partecipanti – spiegano gli organizzatori – è di sposare tra loro, in modo originale, elementi generalmente opposti: caldo/freddo, croccante/morbido, femminile/maschile…”.
A giudicare i concorrenti è stata chiamata una qualificatissima giuria presieduta da Sal De Riso, celebre Maestro Pasticcere AMPI e famoso volto televisivo insignito di numerosi riconoscimenti, tra i quali il prestigioso “World Pastry Stars” e composta da Gennaro Esposito – noto Chef stellato del Ristorante “Torre del Saracino” di Vico Equense, del “Mamà” di Capri e dell’“IT” di Ibiza, nonché giudice della trasmissione TV “Masterchef Junior”; Nicola Pansa – Titolare della storica Pasticceria “Pansa” di Amalfi; Antonio Capuano – Capitano della squadra che ha vinto quest’anno al Sigep di Rimini la “Coppa del Mondo della Gelateria”; Fabrizio Mangoni – Storico gastronomo e professore universitario; Giuseppe De Girolamo – Giornalista enogastronomo e socio onorario AIBES; Marisa Cuomo – Titolare dell’azienda vinicola “Cantine Marisa Cuomo”, uno dei migliori marchi dell’enologia italiana a livello internazionale, il “Bianco Fiorduva” è stato eletto miglior vino bianco italiano e si è posizionato tra i primi 50 vini al mondo; Ciro Langella –dottore e specialista in nutrizione umana. L’intera serata, commentata dal giornalista Peppe Iannicelli, a termine gare ha proclamato vincitori per la categoria barman Luigi Sgaglione (seguito dagli altri due competitor) Andrea Pinto e Nicola Varone e per quella dei pasticceri da Giuseppe Manilia (secondi ex equo Salvatore Gabbiano e Carmen Vecchione).
Durante la serata è stata aperta la finestra sul premio Sfoglia…Conca!”, premio letterario in target con l’evento e giunto alla IV edizione; in questo ambito è stato premiato lo storico e gastronomo Fabrizio Mangoni per il suo libro “Di che dolce sei?”; premiato anche il Maestro Gino Fabbri, presidente AMPI, per il suo libro “Gino Fabbri pasticcere. Dolci e talento di un campione del mondo”. In spirito di solidarietà, per le finalità culturali che l’evento propone è giunta anche la presenza al clou finale di Santarosa Conca Festival, dell’attore Vincenzo Soriano, noto anche per la sua disponibilità nel sociale e protagonista del film di Angelo Antonucci “Con tutto l’amore che ho” insieme a Barbara De Rossi, Cristèl Carrisi, Sandra Milo, Patrizio Rispo, Biagio D’Anelli ed altri, attualmente candidato quale uno dei film in concorso per la vittoria del David di Donatello.  Una cena piena di sfizioserie accompagnata dai pregiati vini di Marisa Cuomo, che ha offerto anche ai concorrenti ed ai giurati una prestigiosa ed elegante confezione del suo eccellente vino, ha concluso una serata indimenticabile per lo scenario paradisiaco vissuto sul terrazzo di “La Bontà del Capo” e per la Santarosa e la sua rinnovata notorietà nel mondo della più apprezzata ed affermata pasticceria napoletana.
Giuseppe De Girolamo







  De Vivo, il dolciario convivio partenopeo








Nel cuore del Golfo di Napoli, ai piedi del Vesuvio, nel 1955 la famiglia DeVivo consentì ad una lunga tradizione di fiorire e rinvigorire i propri ininterrottipercorsi dolciari. Lì, in Pompei, i De Vivo riversarono professionalità, studio eflorida creatività affinché quella terra baciata dal sole potesse continuare apartorire i frutti dell’eccellenza partenopea.In questa cornice si inscrive ancor oggi la costante, accorta e selettiva ricercadegli ingredienti migliori che consente alla casa De Vivo di proseguire nellapregevole opera di generazione delle sublimi creazioni dolciarie nate nellastoricità napoletana. Un lungo percorso d’arte che dura da 60 anni e che è ilvero tripudio dell’eccellenza partenopea in un florilegio di gusti, assonanze eprelibatezze dolciarie. L’intensità dei babà appena bagnati, la friabilità delle sfogliatelle di alta qualità,la fine morbidezza e i profumi della tipica pastiera napoletana costituisconosolo alcune delle plurime tappe del lungo itinerario dolciario che si innesta nelproficuo connubio della tradizione con l’innovazione.Sotto questo profilo è impossibile non citare la delicatezza della vellutata cremaal profumo di limoni della penisola sorrentina che dà vita alla “delizia allimone”, con variante fragola, cioccolato e caffè. La creatività dei Maestri Pasticcieri De Vivo e la sublime abilità checontraddistinguono la loro manualità apre gli scenari finanche del ricchissimobakery: cornetti, brioche, graffe, krapfen, pan ciok, cinnamon speziata allacannella, kranz. La vasta colazione De Vivo realizzata con lievito madre,presenta svariate brioche di differenti gusti con impasti ad hoc che esaltano iprodotti tipici del nostro territorio Partenopeo: vulcanella brioche (con Gelsocandito del Vesuvio), bufalina brioche (con ricotta di bufala), sorrentina brioche(con fichi cilentani e noci della costiera), espressina brioche (impasto con latte ecaffè espresso). Immancabile l’eccellenza nella caffetteria con le sue plurime emultiformi peculiarità: un affondo distintivo e di grande maestria nel veracecuore napoletano.Irresistibile la proposta della gelateria che dà vita a prodottirigorosamente artigianali ricorrendo unicamente ad ingredienti freschi e naturaliinnestati nell’innovazione che contraddistingue la casa. Sublime il vellutatogusto che avvolge il Gelato Gelso, incantevole il cromatismo del GelatoCheeseCake. La stessa freschezza e naturalezza che i De Vivo si impegnano amantenere quotidianamente anche nel più innovativo ed accattivanteestro creativo cristallizzato nelle torte che donano emozioni a profusione: “redvelvet” confragoline di bosco, “oreo” con trionfi di cioccolato, “snikers” e toffee mou,“Cheesecake” con i frutti di bosco, “7 veli”, “ricotta e pistacchio”, “ricotta epera”, “Fichi noci” e torte lavorate con svariate tecniche : aerografate,dipinte a mano, con zucchero artistico tirato, colato e soffiato. L’apoteosi del Natale con l’esclusività del Panettone Sfogliatella (dovegli ingredienti della sfogliatella napoletana vengono inseriti nell'impastodel panettone milanese), Pancaprese (si ispira alla torta tipica dell'isola diCapri la caprese nella duplice variante al cioccolato e limone), Limoncello, Cioccolato, Fichi e Noci, della tradizione Milanese, del MandorlatoVeneziano, del Cioccolato e Rhum, Pangelso (con pezzi canditi del gelsodel vesuvio), delle Albicocche e Mandorle e dei Panis Dulcis Pompeiperfezionano le proposte De Vivo integrando, per di più, le variegate soluzionidella Pasqua con il tripudio delle Colombe. L’attenzione, la precisione e l’accuratezza tratteggiano l’opera della casaDe Vivo riversata nelle creazioni che intessono le vostre relazioni e ivostri irresistibili momenti di convivialità.
                                                                                                                     Lamberto Selleri


L’UNIVERSITA’ DELLA PIZZA, 
ECCELLENZA ITALIANA


La pizza, assieme al caffè e agli spaghetti, è una delle eccellenze italiane nel mondo e la città per antonomasia che la rappresenta a Napoli. A Vighizzolo d’Este(PD) è sorta l’Università della Pizza che insegna i segreti di questo piatto e delle sue molteplici versioni ed ho incontrato Piero Gabrieli, Direttore Marketing Molino Quaglia, per saperne di più.

- Come nasce l'Università della Pizza e di che cosa si occupa?

“Nel 2007 ho ideato e organizzato assieme a Chiara Quaglia Università della Pizza con lo scopo di far comprendere ai pizzaioli il ruolo importante che la loro figura riveste nel settore dell’alimentazione fuori casa. La necessità di questo progetto era già evidente fin dal suo nascere proprio perché larghe fasce della pizzeria italiana, in Italia e all’estero, erano percepite come parte del pericolo mondo del "cibo spazzatura”: prezzi bassi e ingredienti scadenti uniti ad una totale ignoranza dei rudimenti tecnici di come si realizza un impasto, una lievitazione e maturazione corretta, una messa a punto della ricetta che tenesse in giusto conto la salute del consumatore. Siamo stati i primi (e ancora oggi gli unici) attori del mondo produttivo italiano a trasformare la convinzione in questo avvicinamento della pizzeria italiana contemporanea al mondo della cucina semplice, buona e sana in progetto didattico e di comunicazione capace di dare ai pizzaioli strumenti effettivi di crescita professionale e di miglioramento del prodotto finale.”

- Quali discipline vengono insegnate e chi sono i docenti?

“Oggi chi frequenta Università della Pizza ne esce con un bagaglio di conoscenza che non si esaurisce nella capacità tecnica di realizzare i diversi tipi di impasti e di lievitazioni, ma comprende anche le nozioni che gli permetteranno di gestire al meglio la relazione con i collaboratori e dipendenti, l’organizzazione della produzione e della vendita, la valutazione dei costi di una ricetta, semplici elementi di comunicazione e marketing. E in più le tecniche di cucina di base per poter sostituire i condimenti a lunga conservazione con ingredienti freschi e stagionali. Da qui è nato il settore delle pizzerie “gourmet” oggi riconosciuto in Italia come l’alternativa di valore rispetto alle pizzerie che “svendono" la tradizionalità del piatto piuttosto che vendere al giusto prezzo la qualità degli ingredienti, della manifattura e del servizio. Lavorando con il mondo della pizzeria estera abbiamo peraltro notato che la presenza di catene di pizzerie è molto maggiore rispetto all’Italia e quindi per loro abbiamo tarato il "programma di studio” dando ancora più peso alle tecniche di lavorazione degli impasti, alla cottura della pizza  e alla messa a punto delle ricette, per dimostrare che lavorare efficacemente una buona farina è alla portata di tutti e con costi che non variano sensibilmente rispetto all’uso di semilavorati industriali.”

- A chi si rivolge e quali attività sono svolte per le scuole?

“Si rivolge a chi ha già una pizzeria di stampo classico e vuole apprendere la lavorazione di prodotti adatti ad un pubblico gourmet oppure a chi non ha mai esercitato l'attività del pizzaiolo o del gestore di pizzerie e vuole intraprendere questa attività. Ospitiamo scolaresche facendo frequentare alcune ore del percorso.”. Per informazioni http://www.universitadellapizza.com/
Francesca Rossetti
 

IL PRIMO SALOTTO ENO-GASTRONOMICO: IL ROIJ A NOLA CHE FONDE CUCINA GIAPPONESE CON QUELLA MEDITERRANEA
Inaugurata al Roji Japan Fusion, la mostra "Life in Japan", collegamento Nola-Tokyo con l'artista Francesco Sondelli. A Nola il primo salotto eno-gastronomico che promuove la fusione tra le civiltà giapponese e campana. Arti, Cultura, Scienze ed alta Cucina del Sol Levante scoprono nuovi orizzonti grazie alle tradizioni, ai fermenti e alle eccellenze della nostra regione ed è contaminazione d'avanguardia
 A Nola, Roji japan fusion, propone audaci ed originali contaminazioni in vari ambiti della civiltà giapponese, partendo dall'alta Eno- Gastronomia ed estendendosi con incontri e mostre alle Arti, Cultura, Scienze e Tecniche, Medicina - in stile con le tradizioni ed i fermenti del nostro Mezzogiorno ed in particolare della Campania.
Roji è stato presentato ai giornalisti insieme al programma di iniziative ed all'esposizione fotografica inaugurale "Life in Japan", con scatti d'autore firmati da Francesco Sondelli, poliedrico artista partenopeo molto noto ed apprezzato in Giappone, che vive tra Tokyo e Los Angeles. La mostra è a cura dei ragazzi del Corso di Fotografia dell'ABAN, Accademia delle Belle Arti di Nola. Durante l'evento è stato effettuato un collegamento in diretta Nola-Tokyo nel corso del quale la giornalista Teresa Lucianelli ha intervistato Francesco Sondelli sui fermenti e sui talenti in campo artistico, musicale e tecnico che legano la Campania al Giappone, di cui egli stesso è uno dei protagonisti.
È stata presentata, per il settore artistico e culturale, la collaborazione con la stessa ABAN presieduta dal rettore Peppe Capasso, ed in particolare con il Dipartimento di Cinematografia, Fotografia e Regia diretto da l maestro regista Pino Sondelli, che rappresenta il fiore all'occhiello dell'Accademia Nolana; per il campo gastronomico chef della brigata del Roji è Alexander Pochinok (già a capo del Tender di Jap One), con la preziosa consulenza del creativo fusion-chef Francesco Franzese (a guida della brigata del Le Monde ed executive al Fico D'india della Delphina) in ossequio alla contaminazione di alto livello tra giappo e Dieta Mediterranea.
Idea trasgressiva dei titolari Gina Audia, Erasmo De Risi, Giovanni Napolitano e Giuseppe Tufano - quest'ultimo manager anche di altre riuscite realtà cultural-degustative - Roji è un salotto aperto al confronto costruttivo tra Oriente ed Occidente, che concretizza un ampio interscambio in vari ambiti, partendo dall' eno-gastronomico, sua principale sfera di competenza .  

Alla presentazione, è seguito un momento degustativo: esclusive proposte gastronomiche firmate da Pochinok e Francesco Franzese, e cocktail inediti creati dal barman Dino Organtino Siniscalchi, a base di prodotti mediterranei e del Sol Levante, uniti in una riuscita fusione di livello top. 

Mozzarelle e formaggi campani, gamberi locali e siciliani, olio extravergine d'oliva, prodotti dell'agro nolano uniti al riso, alle alghe, wasabi, sake giapponesi preparati secondo la tradizione nipponica contaminata anch'essa alla luce delle competenze tradizionali ed innovative partenopee. In particolare, invitanti entre a base di formaggi e latticini, gamberi campani e siciliani, salmone, con sferificazione di tartufo e non solo, tra cui eby furai; Roji soba special, gustose e delicate linguine all'alga Nori, con baccalà mantecato al latte di bufala affumicato, fagioli neri e portulaca, con crema di fagioli neri ed erbe; carpacci e tartare assortiti, tra essi la tartara di gambero di Mazara, mozzarella di Agerola e perle di tartufo; sushi set deluxe con appetitose contaminazioni a base di vari tipi di pesce e crostacei freschi con gemme della terra campana; spigola furai panata, con salsa summer di granchio reale; dolci assortiti: harumaki al cioccolato valrona, tartellette al mou e frutti di bosco, torta d'ispirazione cheese cake rivisitata ai passion fruit.Tra i vini, prosecco Damàn Alice. Sake. Cocktail fusion: rasberry rum mule mediterraneo con lamponi freschi, lime e zenzero, liquore ai lamponi, rum scuro, ginger beer; cocktail al sake sia dolci che dry nei quali spiccano i contributi della qualità della frutta fresca nostrana unita ad erbe aromatiche della Campania. Presenti al Roji blogger e comunicatori, tra i giornalisti specializzat: il direttore vicario dello Strillo Annamaria Ghedina, Mariangela Petruzzelli ideatrice e produttrice di "Miss Chef", Miriam Lanzetta, Mario Pepe caporedattore del quotidiano "ROMA", Antonio Volpe direttore di "TeleStreet Arcobaleno", Harry di Prisco ispettore onorario per Napoli e provincia Ministero Beni Culturali ed Attività culturali e del Turismo, l'economista Edoardo Cagnazzi con la gentile signora Anna, Nicola Rivieccio responsabile Comunicazione Coldiretti - Campagna Amica, Antonio D'Addio, Carlo Alfaro specificamente competente anche in Salute ed Alimentazione, Giancarlo Donadio, Eleonora Faretra, Armando Giuseppe Mandile; Luigi Carfora esperto in economia, lavorazioni e produzioni alimentari. Integrazione non semplice, Roji ci prova con: cultura gastronomica, mostre d'arte giappo-campana, incontri su tematiche di vario interesse, letterarie, scientifiche, mediche, informatiche, per creare un completo e variegato gemellaggio intellettuale in una realtà che - pur con forti connotazioni del Sud Italia e soprattutto campane - rispetta la sua primaria matrice nipponica. L'iniziale confronto tra Giappone e Campania apre già nuovi orizzonti e conquista il largo pubblico, grazie ad appropriate influenze che rispettano le rappresentatività di due mondi diversi.

 “La Selezione”, prima Rete di Impresa

che riunisce 5 eccellenze pastaie 


artigianali di Gragnano
 presentazione ufficiale il 6 giugno presso l’Agriturismo Casa Scola


La Valle dei Mulini ed un antico Mulino

Il team de "La Selezione"

Gli assaggi

Le mafalde

Ciliegie gragnanesi

Vista da La Scola

Altro assaggio

Gli chef  ed il gruppo dei 5 partner de"La Selezione: Giovanni Assante, Sergio Cinque, Aniello Pepe, Alberto Zampino, Mauro Sanfelice



  La pasta diventa gourmet. Pastificio Faella, Pastificio Gentile, Pastificio Gerardo Di Nola, Pastificio Carmiano e Pastificio Il Vecchio Pastaio hanno deciso di unire le loro “paste” e dar vita al Club Gourmet con sede a Gragnano.  “La Selezione” è il nome scelto per identificare il nuovo brand e l’iniziativa imprenditoriale che con entusiasmo e determinazione ha visto la luce dopo mesi di intenso lavoro e di confronto. Il nuovo progetto, che affianca al sapore della tradizione il gusto dell’eccellenza, unisce i 5 pastifici di Gragnano, città della pasta per eccellenza, dove dalla Valle dei Mulini luogo mitico per chi s’interessa di pasta, è partita storia tradizione e gusto, illustrati con dovizia di particolari dal prof. Carlo del Gaudio storico della Valle, che conserva addirittura circa 7000 mila antiche etichette oltre a materiale raro.  Un incontro con i rappresentanti di questi pastifici Sergio Cinque (Faella), Alberto Zampino (Gentile), Giovanni Assante,(Gerardo Di Nola)  Mauro Sanfelice (Carmiano) e Aniello Pepe  (Il vecchio Pastaio) presso l’agriturismo Scola, un’ oasi nel verde con una vista meravigliosa tra cielo e mare,  per assaggiare i formati che saranno commercializzati dal nuovo marchio.



Ed ecco il menu degustato

Linguine Faella al pesto genovese (Assaggio nel tris inziale)

(chef Vincenzo Piacente- Parco dei Principi di Sorrento)

Pacchero Il Vecchio Pastaio alla parmigiana, ripieno di provola e zucchine con pois di peperoni

(chef Luigi Sorrentino - Torre Ferano di Vico Equense)

Mafalde Pastificio Gentile con alici fresche, capperi, olive e datterini gialli

(chef Ciro Coticelli- Antico Borgo di Gragnano)

Candele tagliate Pastificio Carmiano, polipetto alla luciana, minestrina di zucchine e fiori

(chef Vincenzo Vaccaro- Cucina 82 di Gragnano)

Mezzi rigatoni Gerardo di Nola con zuppa di totano e fagioli cannellini

(chef Giulio Coppola- La Galleria di Gragnano)

Penne rigate Gerardo di Nola con genovese di coniglio, paglia di verdurine e salsa al parmigiano

(chef Vincenzo Piacente- Parco dei Principi di Sorrento)



Sapori incantevoli se si può usare questo termine parlando di cibo e siamo sicuri che questo nuovo brand troverà grande riscontro sul mercato perché la gente sta imparando a nutrirsi scegliendo la qualità che paga soprattutto in termini di salute.  Chiusura con le ciliegie gragnanesi (10 11 12 festa della ciliegia qui al borgo antico) davvero uniche e torta celebrativa a sugello di un’idea che i cinque partner hanno lanciato con grande entusiasmo al mondo dei pastai. (www.laselezione.it)

 AnnaMaria Ghedina





Una storia di successi iniziata da Scaturchio, che continua con i limoni I.g.P. di Sorrento.
Questo il trionfo di Lucano con la famiglia Vena

E’ stato inaugurato con successo a Matera in via del Corso, 52, il “Lucano - La Bottega”, alla presenza di illustri ospiti: la sen. Maria Antezza, l’Assessore Attività Produttive Regione Basilicata Raffaele Liberali, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggeri, rappresentanti di Confindustria e Camera di commercio, i titolari di alcune aziende che hanno sostenuto la manifestazione come: Gerardo Giuratrabocchetti dell’az.vinicola Le Cantine del Notaio, Rocco Pace per il Frantoio Oleario Pace,   Pietro Di Leo per l’omonimo biscottificio, Margherita Pace per Pace&Becce, i produttori dei peperoni cruschi Agripeppers,  Enza Leone titolare del ristorante Pico ed altri imprenditori e personaggi della cultura. La famiglia Vena, ovvero i discendenti di Pasquale Vena: il “Cavaliere” che 122 anni fa nel borgo di Pisticci, a pochi chilometri da Matera, creò il celebre Amaro Lucano e quella stessa azienda che ne continua ancora oggi la meticolosa produzione sotto la guida dei suoi eredi, ha fatto gli onori di casa, oltre che alle tante autorevoli persone convenute, anche ai tanti invitati, giornalisti ed anche a tanti curiosi che hanno affollato la strada antistante la nuova realtà propositiva di Matera: “Lucano – La Bottega”. Ad accoglierli mancava solo il primogenito dei discendenti, Leonardo Vena - Direttore marketing Gruppo Lucano 1894, impegnato per altri urgenti motivi di lavoro, ma per questo Gruppo c’erano il papà Pasquale Vena - Presidente, con la consorte Rosistella Provinzano Vena - Direttore Generale, Francesco Vena - secondo figlio della famiglia Vena, Legal Affairs & Compliance e Letizia Vena - terza figlia della famiglia Vena, Junior Brand Manager del Gruppo Lucano 1894. Don Francesco Di Marzio della Parrocchia di “San Giacomo” a Matera, subito dopo il tradizionale taglio del nastro, ha impartito la benedizione facendo leggere dei brani a tutti i componenti della famiglia Vena. L’inaugurazione è stata anche l’occasione per gustare tutti i prodotti del Gruppo: dall’Amaro nella sua forma classica e nella versione Anniversario, ai cocktail, diventati un must dei locali nazionali e internazionali. Protagoniste assolute dell’evento due creazioni nate per questa occasione: il Punch Matera 2019 e il Punch del Cavalier Vena, quest’ultimo dedicato ovviamente al Cavalier Pasquale Vena, inventore dell’Amaro Lucano. Altra novità il gelato all’Amaro Lucano realizzato e presentato per questo evento dal maestro gelatiere Giovannino Fittipaldi ambasciatore di gelato naturale nel mondo come ultimamente in Congo e come avvenuto già con tanti gelati diversi creati nei vari continenti. Concludendo il percorso esplorativo di una così bella ed attraente terra lucana, con al centro dell’attenzione Matera ricca di tanti turisti provenienti da tutto il mondo, nonostante pubblicizzata con grandi intenti di sviluppo solo dalle istituzioni locali, che sostengono di avere poche risorse per una migliore azione divulgatrice che porterebbe bene e beni economici attraverso il turismo anche ad altre località del sud Italia, il ragionamento spontaneo che va al governo centrale è che non si può proclamare Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e poi lasciarla tanto lontana a causa di stenuanti lungaggini di viaggi di raggiungimento. Non è possibile che il tempo di percorrenza in treno per giungerci sia da Napoli di oltre 7 ore per via delle quattro attese di cambi per raggiungere una città dove non esiste neppure un collegamento ferroviario statale o poco meno ridotto dalla stessa città in bus con circa cinque ore di viaggio. Eppure Napoli - Matera (in linea d'aria) dista appena 198.06 km.; si costruisce l’alta velocità che da Napoli porta a Milano in 4,15 ore, si costruiscono strade ed autostrade per il Nord ed ogni governo che sale al potere, dopo essersi sciacquata la bocca di proclami per la riscossa del sud Italia, dimentica tutto quanto detto. Eppure la costruzione di vie di comunicazione si sa che in ogni paese hanno costituito e costituiscono da sempre il primo punto di sviluppo necessario sia in stato di pace che il occasione di eventi bellici o calamità naturali. Quindi chi aspettano i Signori del governo, dico tutti i politici senza distinzione di tessere, ad adoperarsi per il sud dello Stivale e porre Matera “VERAMENTE” al vertice della cultura e del turismo?.
Giuseppe De Girolamo


Pieno e meritato successo 
per L’Immagine del Mito
Il territorio dei Campi Flegrei pronto a nuove conquiste

Da sx: Nicola Di Filippo, Susanna Mendoza, Domenico Ferrante, Carmela Abbate, Sergio Pepicelli, Elena Martusciello, Romina Sodano e Raffaele Massa


 un tavolo di giornalisti con il vice presidente dell’ordine della Campania Mimmo Falco e l’attrice /cantante Anna Capasso sul lato sinistro della foto

La volontà di esprimere le potenzialità che la Campania possiede per sviluppare, attraverso le sue risorse, iniziative sociali e promozionaliche possano creare opportunità di lavoro tornando a quel che offre il proprio territorio per proporre enogastronomia e tante altre attività e principalmente l’invogliare il turista a favorire la scelta di questa regione per turismo ed altro è partita con l’affermazione del mandarino dei Campi Flegrei. Il successo ottenuto dall’associazione di volontariato, no-profit, “L’Immagine del Mito”, con il riconoscimento del particolare agrume che si produce nei terreni vulcanici delle zone flegree, uguale nell’aspetto al mandarino in generale, ma con sapori unici donati da particolari condizioni climatiche e del terreno, quale prodotto della  tradizione, proposto ed ottenuto dalla regione Campania ha successivamente superato anche l’approvazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che con decreto del 17 giugno 2015, pubblicato sul supplemento N°43 della Gazzetta Ufficiale, prima parte, del 22 luglio 2015, lo ha incluso nella“Quindicesima revisione dell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali”.In virtù di questa importante affermazione, che potrebbe essere espressa per tanti altri prodotti della terra e dell’artigianato, la nostra regione si pone in pole position per conquistare,nuove mete attraverso la volontà di gente volenterosa come i soci del sodalizio con sede a Baia- Bacolil’Immagine del Mito, presieduta da Domenico Ferrante, insieme a tanti altri soggetti imprenditoriali, come quelle realizzate proponendo l’annuale ”Festa del mandarino dei Campi Flegrei” che, ancor più delle precedenti, con la quarta edizione appena conclusasi ha registrato un grandissimo successo. Ad ospitare la fase finale dell’edizione 2015/2016 della“Festa del Mandarino dei Campi Flegrei”,è stato lo storico ristorante “Zì Teresa” a Napoli con la sua naturale scenografia, al centro del golfo della città partenopea, proprio sul mare circondante il Castel dell’Ovo nel borgo di Megaride,con la manifestazione “Gustiamo il Mandarino” che ha visto protagoniste dieci attività del buon gusto campano attraverso i loro artefici elaborare piatti, con base essenziale il mandarino, che sono stati valutati da una esperta giuria presieduta dall’executive chef dei ristorante “La Lanterna” di Villaricca Nicola Di Filippo, che riveste anche la carica di , delegato campano a presiedere l'OrdreInternazionaldesDisciples d'Auguste Escoffier. La giornata di “gran festa”ha avuto come madrina dell’evento l’attrice Susanna Mendoza, reduce dai successi di rappresentazione del lavoro teatrale “Il Caravaggio” e della partecipazione alla sigla del Festival della Canzone Italiana di Sanremo in onda su RaiUno. In mattinata si sono svolte le gare per la conquista dei trofei assegnati e consegnati in serata nello stesso ristorante, nel corso di una cena di gala che ha visto la presenza di oltre 150 ospiti, autorità varie, imprenditori, la cantante/attrice Anna Capasso, la showgirl Roberta Marzullo, che reduce dal Bagaglino di Roma ha allietato gli ospiti della serata con una sua interpretazione musicale e tanti giornalistiprimo fra tutti il vice presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania Mimmo Falco, con tv giunte anche da Roma, Cassino come BlaBlaBlaWebTV di Gianni Testa, e tante altre zone campane. Sono scesi in gara per  “Gustiamo il Mandarino” i ristoranti: Fattoria del Campiglione - Pozzuoli; Mimì alla Ferrovia Napoli; Quarto Miglio – Quarto; Agr. Gruccione – Agnano NA; Francischiello – Lacco Ameno: Il Testardo – Baia Bacoli; Hotel Reginella – Lacco Ameno; Zi' Teresa – Napoli, Bar Roof and Sky – Bacoli; Gelateria e bar Frudisi Bacoli; con i rispettivi cuochi: Salvatore Visone, Salvatore Giugliano, Domenico Brescia, Salvatore Di Meo, Francesco Monti, Caffarelli Napoleone, Alfonso Imperiale, Serena Della Notte, Flavio Guadagno, Paolo Maria Fruttauro. L’attenta valutazione dei piatti proposti alla giuria, che oltre al presidente Di Filippo ha avuto partecipi Alberto Alovisi past president ADA Campania, Susanna Mendoza attrice, Giuseppe De Girolamo giornalista enogastronomo nonchè socio onorario dell’associazione internazionale dei Discepoli di Auguste Escoffiere Elena Martusciello pastpresident nazionale dell'Associazione “Le Donne del Vino” con due mandati consecutivi di riconferma nell'incarico, ha portato all’assegnazione dei primi tre posti.In serata, nel corso di una pausa tra il primo ed il secondo piatto di una ottima cena offerta dalla “Zì Teresa”, è avvenuta la consegna un cadeau per la partecipazione a tutti gli chef partecipanti alla gara della mattinata ed ai componenti la giuria, mentre i riconoscimenti per i primi tre classificati,un mandarino,in tufo lavorato su mattonella con tecnica Raku, realizzato dall’artista Davide Carnevale, con la foglia brunita, argentata o dorata, sono stati assegnati ai vincitori. Il primo posto

è stato conquistato dalla lady chef Serena Della Notte che ha proposto un eccellente “Calamaro ripieno all’essenza del mandarino dei Campi Flegrei”, al secondo posto si è posizionato lo chef Caffarelli Napoleone, mentre in terza posizione è giunto Francesco Monti. Parlare della bontà dei piatti che i tanti ospiti della serata hanno potuto gustare ed apprezzare è cosa superflua se si parla di un ristorante noto nel mondo per la tradizione dell’alta cucina napoletana prioritariamente proposta sempre con gran successo, come anche altri piatti del panorama culinario nazionale ed internazionale. La giornalista Mariangela Petruzzelli, nota per tante sue iniziative anche nel campo dell’enogastronomia ed in particolare per aver ideato, realizzato e portato avanti giungendo alla sua IV edizione itinerante anche in America il concorso “Miss Chef”, oltre ad esprimere gran soddisfazione per l’equilibrio ed i sapori dei piatti gustati nel corso della cena, ha ritenuto opportuno fare ammirevoli considerazioni verso il mondo femminile che intraprende e si adopera per riportare in luce, magari in chiave moderna, ma senza tralasciare la storicità della ricetta, quei piatti che le nostre nonne ci proponevano con apprezzamenti e gustosità che rendevamo lampanti dall’espressione dei nostri visi nel gustarle.  Ad accompagnare le varie pietanze servite in serata sono stati i vini di Villa Matilde, i “Vini di persistenza” Salvatore Martusciello, i vini Sorrentino di Boscotrecase per concludersi conl'ormai famosissima Falanghina spumantizzata “Bomba d'Amore”, che con la titolare Felicia Annarumma, dell’omonima azienda vinicola con sede a Boscoreale, ha donato un tocco frizzante alla serata con la sua personalità ed ancor più con i suoi vini, ed ha permesso il commiato degli intervenuti alla cena di gala, con  il brindisi augurale per nuovi successi de “L'Immagine del Mito” attraversola “Festa del Mandarino dei Campi Flegrei” ed altre iniziative già in programma, accompagnando così la degustazione di una stupenda torta dal formato e gusto  al mandarino.La “Festa del Mandarino dei Campi Flegrei” è stata patrocinata dalle Pro Loco di: Pozzuoli, Lacco Ameno e Bacoli ed ancora da Città metropolitana e dai comuni di Bacoli, Lacco Ameno, Procida, Monte di Procida e Pozzuoli. Ha infine avuto come sponsor: il Gruppo Archeologico kymè, Orto Consapevole, Abc, Cuma Nova, Associazione Artistica sociale e culturale Scugnizzi, Associazione Culturale Lux in Fabula, Associazione Napoletana Beni Culturali, l'Istituto Comprensivo V. Mennella Lacco Ameno, l'Istituto Comprensivo 1° Paolo di Tarso Bacoli, l'IPSAR Petronio di Pozzuoli e l'IPS Telese di Ischia. La giornata conclusiva denominata “Guastiamo il mandarino” è stata affiancata anche dalla presenza di aziende come “La porchetta” dei F.lli D'Alterio di Caivano che ha offerto degustazioni, fra gli antipasti della cena, l'Antiossidante naturale, a base di foglie d'olivo, "Evergreelife.it" proposto da Sabrina Abbrunzo, la Sartoria Artigianale “Elia Uomo” di Grumo Nevano NA, la Cioccolata “Papa” con i suoi confetti, cioccolato e macaron di Monteroduni Isernia.

G D.G



“Caupona”, a Pompei il ristorante 
dove il pasto è un viaggio nel tempo

Gli ambienti, con affreschi e graffiti, riproducono una domus e un thermopolio, mentre il personale di sala è in abiti d’epoca




È stato presentato oggi a Pompei, a pochi metri dall’area archeologica, “Caupona” (dal latino, “locanda, osteria”), il primo ristorante “archeo-esperienziale”, completamente ispirato all’antica città romana distrutta dal Vesuvio, dove un pranzo o una cena diventano una vera e propria immersione negli usi e nei costumi in voga nella Pompei di duemila anni fa.

Ecco perché le bevande e i cibi, ovviamente ispirati alle ricette del De Re Coquinaria di Apicio, da “Caupona” vengono serviti in piatti e coppe di terracotta da personale di sala vestito in costumi d’epoca, per rendere l’esperienza, non solo enogastronomica, ancora più unica e coinvolgente. Ma anche tutto il resto è stato studiato e realizzato per riprodurre, fin nei minimi particolari, le caratteristiche di una locanda e di una casa di epoca romana.

La realizzazione del progetto – nato da un’idea dell’artista e scenografo Nello Petrucci e Francesco Di Martino, appassionato di cucina – ha richiesto circa un anno e mezzo di lavoro. Il ristorante sorge in una costruzione ad un solo livello, ottenuta dalla ristrutturazione di un casale rurale in via Masseria Curato, che riproduce fedelmente, all’interno e all’esterno, un edificio della Pompei antica. 

L’accogliente giardino di “Caupona” si rifà a quello di una domus, con una fontana zampillante circondata da cipressi, viti, rosmarino, aranci e limoni; sulle pareti dell’edificio campeggiano prezziari (in assi e sesterzi), graffiti e scritte elettorali che ricalcano quelle di una tipica osteria pompeiana di via dell’Abbondanza. L’interno del ristorante, nella parte dedicata alla gerenza, riprende il Termopolio di Vetuzio Placido, quella dedicata agli ospiti, invece, ripropone la bellissima Domus di Marco Lucrezio Frontone. Tutti i dipinti murali e gli affreschi sono stati riprodotti a mano, come usavano fare anche i “copisti” dell’antica Pompei, dall’artista pompeiano Rosario Lamberti, coadiuvato da Rosario Esposito.La filosofia gastronomica di “Caupona” è chiaramente ispirata alla tradizione di Apicio, ma il menù – appositamente realizzato dagli chef Roberto Lepre e Vincenzo Russo – offre due possibilità. La prima prevede ricette strettamente legate a quelle antiche, ma chiaramente rivisitate in chiave moderna. Un’altra possibilità è offerta da un menù più tradizionale in cui i piatti conservano solo delle “sfumature” di antichità. Il vino della casa è il Falerno, quello maggiormente diffuso nella Pompei romana.

CASERTA INVASA DAL CIOCCOLATO 
CON LA FESTA “CHOCOLATE DAYS”

Oltre 30 mila presenze, una piazza di dolcezze, un circuito di cioccolatieri che ha calamitato tantissimi amanti del buon cioccolato. Ha riscosso un successo straordinario, superiore anche alle aspettative, la prima edizione di Chocolate Days, la festa del cioccolato artigianale promossa dalla CLAAI di Caserta (Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane), in collaborazione con Tanagro Legno Idea, e patrocinata dalla Camera di Commercio, dal Comune e dall’Ept di Caserta che si è svolta dal 15 al 17 aprile scorsi. Un’invasione di cittadini e turisti in Piazza Dante che si è snodata sulla strada del cioccolato, alla riscoperta del “cibo degli dei”, tantissime persone che hanno invaso ogni via per gustare le dolcezze degli espositori e per scoprire le diversità del cioccolato, dalle praline alle tavolette fondenti ed aromatizzate, dai cremini alle creme spalmabili, un evento che ha valorizzato  i maestri cioccolatieri di tutta Italia. Una manifestazione che ha messo al centro dell’attenzione il bellissimo centro storico di Caserta ed il vicino palazzo reale della Reggia.  Colate di cioccolato irresistibili per adulti e bambini che hanno preso parte ai laboratori didattici,  ma anche numerose creazioni artistiche che hanno esaltato la cultura dell’artigianato attirando lo sguardo degli appassionati del cioccolato di qualità.“La manifestazione Chocolate Days, rappresenta sicuramente uno degli eventi che intenderemo riconfermare anche per i prossimi anni ha dichiarato Adelaide Tronco, Presidente della Claai di Caserta.   I numeri di questa tre giorni sono la conferma che eventi come questi racchiudono spunti interessanti  che ci  confermano la bontà della scelta di investire nella valorizzazione della cultura enogastronomica e nello sviluppo dell’artigianato e del turismo, settori fondamentali per rilanciare l’economia cittadina”. Chocolate Days si è confermata un’iniziativa in grado non solo di attirare visitatori, ma anche e soprattutto un momento di arricchimento per il territorio. Un evento goloso che fa bene all’economia e lo conferma  il numero  dei visitatori, le presenze registrate nelle strutture ricettive con ristoranti e bar pieni.“Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato all’ottima riuscita dell’evento, alle autorità locali, ha dichiarato Adelaide Tronco, Presidente della Claai di Caserta,  il nostro è un risultato da condividere con orgoglio con quanti con hanno creduto nell’iniziativa. Il coinvolgimento dei bambini e degli adulti ai laboratori e la grande richiesta registrata per gli appuntamenti di educazione alimentare alla scoperta delle cultivar della pianta del cioccolato svolti dai maestri cioccolatieri Giuseppe Russo di Modica (RG) e Sara Pascale di Montella (AV) ci portano a proseguire anche sulla strada della formazione”. “Abbiamo puntato sulle nostre tradizioni, sulle eccellenze del nostro artigianato, dei maestri cioccolatieri – ha rimarcato l’ideatore del Chocolate Days Gianfranco Ferrigno, presidente della Claai Salerno. Caserta è diventata per tre giorni città del cioccolato grazie a questa splendida vetrina, al talento dei nostri maestri cioccolatieri e alle tipicità dei nostri artigiani. Un “circuito” di cioccolatieri che afferma la cultura dell’artigianato con in testa Piemonte, Sicilia, Umbria e Campania, i quattro pilastri italiani del vero cioccolato. Faremo dei  laboratori con il nostro marchio “Sporchiamoci le mani” per bambini ed adulti che vogliono approfondire il prodotto cioccolato  ma anche per imparare altre forme d’artigianato,  ha concluso  Gianfranco Ferrigno, presidente della Claai Salerno”.
A Palermo 3 grandi chef hanno elaborato un menu esclusivo, 
per celebrare un luogo di straordinaria e di autentica bellezza: il Grand Hotel Villa Igiea.

Costa
Lo Coco
Trentacosti

Il pioniere dell'imprenditoria siciliana, Ignazio Florio, chiese al maestro italiano dello stile liberty, Ernesto Basile, di fare di Villa Igiea un esclusivo tempio del lusso.

I saloni che ancora oggi conservano decorazioni, affreschi e mobili originali saranno il degno completamento di questa serata esclusiva che si terrà venerdì 22 aprile in cui tre grandi chef celebreranno la storia di questo luogo con i sapori ed i profumi delle eccellenze del territorio, in abbinamento alle migliori espressioni dell'enologia siciliana.

Due chef stellati Giuseppe Costa de il Bavaglino di Terrasini e Toni Lo Coco de I Pupi di Bagheria, insieme al giovane talentuoso Carmelo Trentacosti, Head Chef del Grand Hotel Villa Igiea, costituiranno l’originale brigata di cucina per un evento unico: “Storie di Gusto” in cui le grandi eccellenze del territorio saranno proposte in abbinamento a grandi cantine siciliane: Duca di Salaparuta, Florio, Tasca d’Almerita e Planeta.

Dopo un aperitivo di benvenuto, gli chef si alterneranno con le loro preparazioni gourmet che li hanno resi famosi. Giuseppe Costa proporrà il Crudo di gamberi di nassa ed i Tortelli di ricotta e limone.

Toni Lo Coco presenterà uno dei suoi piatti più recenti: La triglia marinata con mandarino tardivo di Ciaculli ed uno dei suoi piatti più celebri: la “Stigghiola di pesce”. Carmelo Trentacosti proporrà come secondo il Filettino di maiale siciliano in farcia di borragine selvatica e concluderà in dolcezza la serata con il Rabarbaro, soffice allo zafferano con gelato allo yogurt.

CARFORA UNA TRADIZIONE DOLCIARIA 
DA QUATTRO GENERAZIO NI



La forza delle idee e dei buoni sapori partenopei
 
“L'Antica Tradizione Carfora srl nasce per volontà di Luigi Carfora e del fratello Umile Giovanni continuatori di una tradizione di produzione dolciaria e panificatori da ben quattro generazioni. La clientela, per i prodotti confezionati a prolungata shelf life, è prevalentemente all'ingrosso ed è rappresentata da D.O, G.D.O. con mercato di riferimento essenzialmente regionale. La pasticceria surgelata , di tradizione e produzione rigorosamente napoletana, curata nella lavorazione secondo le antiche ricette e selezionata negli ingredienti di primissima qualità, è destinata a clienti esigenti, che spaziano dalla ristorazione al consumatore finale , fino agli operatori del settore catering. L'azienda è apprezzata ed è stimata per la sua capacità di saper perseguire la ricerca nell'innovazione, conservando sapori, gusto e qualità della migliore tradizione di pasticceria napoletana. Nella logica di ampliamento e sviluppo imprenditoriale, l’azienda ha investito in un nuovo impianto, altamente tecnologico, per la produzione industriale di prodotti da forno caratterizzati da proprietà funzionali e da una prolungata shelf life, confezionati cotti o cotti surgelati. In particolare, sono stati progettati, sviluppati e brevettati, tre categorie di prodotti, caratteristici della tradizione dolciaria napoletana e italiana: pastiere, caprese, torte frolle e cornetti. La forza dell’azienda, “idea progettuale”, scaturisce da questo nuovo sistema di produzione di dolci tipici napoletani, che sono stati testati in laboratorio artigianale, prima, e poi testati, successivamente, su processo industriale. 

Info: Sede Legale Via Cupa S. Pietro, 26 - 80147 NAPOLI - Stabilimento Via San Mennitto snc zona Cese Nove - 82030 San Salvatore Telesino (BN) -tel. 0824 948692 - fax 0824 947816 tel./fax 081 598907 www.carfora.it - info@carfora.it
IL MONDO DEL GELATO SICILIANO 
CON PIETRO DI NOTO

Pietro Di Noto è un volto televisivo ben conosciuto dagli amanti dei dolci, dato che è spesso presente a “La Prova del Cuoco” con i suoi capolavori della gelateria e pasticceria siciliana ed ecco cosa ci racconta del suo bellissimo lavoro.

- Chi è Pietro Di Noto e come nasce la Sua passione per la gelateria e pasticceria?


“Sono nato a Tusa (Messina) e da oltre 30 anni mi occupo di ricerca dei grassi di origine animali / vegetali e prodotti alimentari naturali.Ho realizzato 3 brevetti. Il 1° nel 1990 per produrre energia elettrica da oli esausti. Il 2° nel 2013, denominato “Brikone”, una miscela liquida completa per produrre un eccellente gelato naturale al 100%. Il 3° nel 2014, “Gelina”, una vaschetta autoalimentata per conservare alimenti/ medicinali e altro a basse/alte temperature per un lungo periodo.”

- Quali sono i dolci e gusti tipici della Sicilia e quali di Sua invenzione?


“Il 4 febbraio a “La Prova del Cuoco” (su Rai 1 dalle 12.00 alle 13.30) presenterò il gelato al  cannolo siciliano, quello digestivo alla manna di Sicilia e quelli nutraceutici ricchi di minerali e vitamine(altro brevetto in corso di registrazione) assieme alla cassata siciliana con zuccheri speciali(ricetta segreta) , la torta Setteveli e altro. Ho ideato ben 1700 gusti nuovi, tra cui i grandi classici ma anche gli assolutamente “imprevedibili” ed alcune chicche come il gelato digestivo, il gelato dimagrante ed il gelato per diabetici dolcificato con la stevia e sto per entrare nel Guinness dei primati.”


-Dove si trovano le Sue gelaterie e quali sono i dolci e gelati siciliani maggiormente apprezzati all'estero?


“Sono stato il primo in Italia, 30 anni fa, ad aprire gelateria senza laboratorio producendo un gelato naturale al 100% e ad oggi le mie gelaterie si trovano a Singapore, Emirati Arabi, negli Stati Uniti ed in Giappone. In tutto il mondo sono oltre 50 punti vendita, tra bar gelaterie con pasticceria e 5 ristoranti. All’ estero è molto apprezzato il gelato al pistacchio di Bronte in primis, segue il gelato al limone di Sicilia  e al cannolo/cassata siciliana, la Vaniglia (utilizzando quella del Madagascar) e altri gusti ovviamente, nocciola , zuppa inglese, gusto siciliano per eccellenza e gusto Setteveli ricetta dalla famosa torta, successo personale presso alcuni Vip a  New York e mi sto occupando dell’apertura di nuovi punti vendita di gelato naturale al 100% su tutto il pianeta”


- Come nasce un nuovo gusto od un nuovo dolce secondo il Suo estro?

 “ I miei  gusti nascono dai miei studi e ricerche sui prodotti naturali esistenti al mondo e  dopo lunghe ricerche e tantissime prove(costose) , nulla è semplice, ma alla fine riesco quasi sempre, poiché sono tenace e costante, “non mollo mai” se prima non riesco.”


Per info su nuovi prodotti, eventi ed aperture punti vendita www.dinoto.eu 
Francesca Rossetti
 MARCO DEL SORBO
DA "NONNA GIULIA" A LETTERE (Na)


Continua l'iniziativa lanciata dal ristorante Nonna Giulia di Lettere. Sabato 6 febbraio, a partire dalle ore 20, sarà possibile partecipare alla cena degustazione organizzata in onore dello chef Marco Del Sorbo, che farà tappa nel locale di Alfonsina Longobardi preparando le pietanze in collaborazione con lo chef residente, Gennaro, fratello dell'infaticabile donna dagli occhi chiari. Serata pirotecnica quella che si preannuncia per il prossimo settimana. Non capita spesso di assistere alla collaborazione tra due cuochi innamorati allo stesso modo del territorio dei Monti Lattari. Lo stesso amore è quello che si ritrova nel menu declinato in onore dei sapori del posto senza perdere mai di vista la tradizione. Muscolo di vitello cotto a bassa temperatura e paté dello stesso in sfera di balsamico con mostarda di rapa rossa; mezzi paccheri con salsiccia e friarielli, raviolo ripieno di porcini e patate; la gallina del mio orto, la pizza di gallette: queste le pietanze che contribuiranno al tripudio delle papille gustative innaffiate dal piedirosso frizzante di Cantine Iovine. Costo degustazione: 30 € (vini inclusi). Info line: 0818022101 - 3333455623

VAI A MANGIARE DALL’AVVOCATO


maialino alla mela annurca
Raffaele Cardillo
Mariangela Petruzzelli
 Passeggiando per Santa Lucia ci siamo trovati davanti alla targa de “Il ristorantino dall’Avvocato” la cosa ci ha incuriosite perché in genere dall’avvocato si va per farsi assistere se qualcuno ti ha fatto causa o per a tua volta dirimere questioni legali, il vedere quella targa ed  entrare è stato tutt’uno. Pensavano cucinerà in modo legale l’avvocato? E ci siamo sedute a tavola io e la mia amica Mariangela Petruzzelli, tra l’altro promoter del concorso Miss Chef, ed abbiamo dato una scorsa al menu. Non vi diciamo i prezzi che comunque sono a portata di borsa, non quella de “ O la borsa o la vita”, perché questo non è un redazionale pubblicitario, ma solamente il piacere di poter saggiare del cibo ed in maniera…legale. L’avvocato-chef è Raffaele Cardillo che stufo di cause, tribunali, pretori, giudici ha deciso di impegnarsi però tra i fornelli, passione coltivata tra una causa e l'altra ed ora diventata primo amore.  Si può scegliere tra menu di terra e di mare con ben  7 portate, adatti ovviamente a due commensali, e poi scegliere tra gnocchetti alla zucca, petto d’anatra agli agrumi, filetto di maialino alla mela annurca,  fritturine deliziose di calamari e gamberi, ed altri piatti succolenti e particolari. Ottimo il servizio,  e la parte decorativa dei piatti serviti con competenza e gentilezza. Atmosfera silenziosa e profumi che attizzano il palato, cucina a vista…ed un suggerimento passare subito dall’avvocato (Santa Lucia 115) prima che sia tardi…..

Anghe

Babà, flash e musica: è festa in via dei Tribunali


Sabato 7 novembre alle 18, “Mazz” apre le porte nella sua sede in via Tribunali 359, nel pieno centro storico di Napoli e lo fa con una grande festa tra babà, flash e musica. Il dolce di pasta soffice inzuppato di rum sarà il vero protagonista dell’evento, punta di diamante della produzione della famiglia Mazzaro fin dal 1935. E per accaparrarsi un assaggio gratuito di questa prelibatezza è partita la caccia al tagliandino che verrà distribuito proprio nelle strade del cuore città. Durante la serata verrà anche premiato il miglior selfie, basta pubblicarlo sui social Facebook ed Instagram con “hashtag” #faccemazz. Il tutto scandito da un dj set.

LA STORIA E IL FUTURO. Negli anni 30 Guglielmo Mazzaro, dopo anni passati nella torrefazione di famiglia, decide di ampliare l'attività e fonda in Via Tribunali il Bar e Pasticceria Mazzaro. Successivamente gli subentra il figlio Vittorio porta avanti con grande passione il progetto e ne fa un punto di riferimento nel Decumano Maggiore.  Oggi, con la terza generazione, rappresentata da Ivan e Guglielmo, nasce l’Antica Pasticceria Mazzaro che, anche grazie all’ingresso in società dell’imprenditore Dario Fato, segna un nuovo inizio per questo angolo goloso del centro storico.

UN SEGNALE PER IL CUORE DI NAPOLI. Ma anche un segnale forte di interesse per il cuore di Napoli che si unisce al turismo che riparte e al ritrovato amore per le meraviglie del centro storico. Nuova linfa per il Decumano Maggiore che attrae per le sue bellezze storiche ed artistiche e la sua tradizione gastronomica.  “Mazz” è il nome del rinnovamento: uno modo per unire la tradizione e il cambiamento. Alla grande qualità dei prodotti, preparati secondo le antiche ricette della tradizione, si affianca un rinnovato concetto di accoglienza e un appeal fresco e irriverente.

“Nella vita non basta avere buone idee, e nemmeno una grande passione. Nella vita ci vuole sempre un po’ di Mazz”

CAPRICCI GOLOSI AL SAN GENNARO DAY
da six Walter De Maggio, Belen e Raffaele Capparelli
Raffaele Capparelli con  la moglie insieme a Valentina Stella
con Vincenzo Salemme
con Stefano De Martino
  Nelle immagini  Raffaele Capparelli, maestro pasticcere  di "Capriccio" a via Carbonara 39 a Napoli, ha deliziato gli ospiti Vip con le sue creazioni golose che sono state molto apprezzate da tutti coloro che si trovavano nel back stage dell'evento dedicato al Santo patrono di Napoli San Gennaro, che ha premiato molti artisti partenopei e non, serata condotta con la solita verve da Gianni Simioli e che ha visto alternarsi sul palco tra i sangennariati: James Senese,  Vincenzo Salemme, Peppe Iodice, Nico e i suoi Desideri, Belen Rodriguez molto acclamata, il consorte Stefano De Martino (reduce da un'operazione di plastica alle orecchie, un po' a sventolina), il sindaco Luigi De Magistris, l'assessore alla cultura Nino Daniele, Valentina Stella ecc. ecc. ecc. Serata appunto molto seguita dal folto pubblico grazie anche al tempo che si è mantenuto senza pioggia e con una splendida luna in cielo. Gea