Attore di teatro, cinema
e televisione, volto noto delle fiction, Emiliano De Martino, salernitano, 31
anni, ha al suo attivo un curriculum di tutto rispetto e tanti lavori in uscita
-Seppur giovanissimo, hai tra le tue
esperienze professionali televisione, cinema, radio e teatro. Quali tra queste
tipologie di spettacolo preferisci?
"Indubbiamente il teatro è la forma di
recitazione che più mi da soddisfazioni. È un esame continuo, stare in scena
senza alcun margine d'errore è molto impegnativo ma allo stesso tempo aumentano
il gusto e la soddisfazione. Il cinema e la fiction, invece, ti mettono dinanzi
ad una responsabilità ad ampia scala a causa dell’elevato numero di spettatori
che ne fruiranno. Però in ogni sua forma recitare per me è sempre meraviglioso!"
-Ricordi un aneddoto su un
tuo provino? Per cosa è stato? Come si è svolto e soprattutto come è andato?
"Ce ne sono una marea ma quello a cui sono più legato è il
provino con Giovanni Veronesi per il film con Carlo Verdone "Manuale
d'amore 2". Stanco dei continui no e delle cosiddette “porte in faccia”
andai all'incontro con il regista non sapendo chi fosse, con poche aspettative
e con l’atteggiamento di chi non vuole perdere tempo. Invece, poi, mi presero e
solo dopo capii che quel tipo che mi stava provinando con la barba e il
berretto era proprio lui, Giovanni Veronesi".
-Che rapporto hai con i tuoi fan?
Bellissimo. Cerco di essere presente, di
rispondere esaustivamente a tutte le loro domande, non mi limito a leggere solo
i loro complimenti. A volte, però, è davvero difficile a causa del poco tempo.
Li adoro sono sinceri, veri e, come le persone più speciali, estremamente
semplici.
-Ci sono critiche che ti fanno soffrire?
Sì assolutamente. Quelle fatte alle spalle. Io
sono una persona limpida ed
aperta a qualsiasi tipo di confronto. Ma ricevere critiche alle spalle da parte di chi stimo è una cosa che non riesco proprio a mandare giù.
aperta a qualsiasi tipo di confronto. Ma ricevere critiche alle spalle da parte di chi stimo è una cosa che non riesco proprio a mandare giù.
-Consiglieresti il
mestiere di attore? Che qualità bisogna avere per sfondare in questo complicato
mondo?
"Consigliare di non farlo vorrebbe dire
rinnegare la propria scelta. Io sono immensamente felice delle scelte fatte e
dei sacrifici che ho dovuto affrontare e che affronterò. Quindi a queste
persone dico che se avete voglia di darvi in tutto e per tutto a questa
missione, fatelo. Ma poi non dite che non vi avevo avvertito e sappiate che è
veramente dura!"
-Un
ruolo che vorresti fare e un regista da cui essere diretto?
“Mi piacerebbe interpretare un ragazzo
fragile e non il solito ragazzo di strada ed essere diretto da Paolo
Sorrentino, Pupi Avati o Matteo Garrone, mi piacciono anche i giovani registi
con progetti nuovi e coraggiosi”.
-Quali sono i tuoi progetti lavorativi
futuri? Cosa c’è in cantiere?
"Attendo
con ansia le uscite al cinema di “Che strano chiamarsi Federico” di Ettore
Scola, “Un Fantastico” di e con Leonardo
Pieraccioni, “Volevo solo vivere” di Miele e Cesaro, ed infine “MalaNapoli” di
Enzo Morzillo. A settembre, invece, dovrei iniziare un film tv che mi
entusiasma molto".
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