ARTE & ARTISTI

LA FIERA ANTIQUARIA DI AREZZO COMPIE 55 ANNI

CON UN’EDIZIONE SPECIALE

Dagli spettacoli di strada alla presentazione del nuovissimo calendario di attività che animerà per tutta l’estate il palazzo di via Pellicceria tante le novità di questa edizione. Il 2, 3 e 4 giugno nella città toscana torna l’amata mostra mercato a cielo aperto e si rinnova l’appuntamento con la bellezza, l’eleganza e lo stile 

 

 

La fiera antiquaria celebra il suo 55mo compleanno con un’edizione straordinaria che si “allunga” su un intero weekend invece che nei consueti due giorni e che propone una serie di imperdibili appuntamenti collaterali.

Venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 giugno ad Arezzo si rinnova l’appuntamento con la manifestazione che dal 1968, ininterrottamente, ogni mese in Piazza Grande e nelle vie del centro storico cittadino, regala ad appassionati e addetti ai lavori il piacere della “trouvaille”, grazie a centinaia di espositori impegnati a proporre i loro oggetti d’arte, i mobili, i gioielli, i libri e ogni tipo di collezionismo.

 Per celebrare un evento tanto importante l’intera città si mobilita sin dalla mattina del 2 giugno quando alle ore 10.30 il Gruppo Musici del Saracino offrirà un’esibizione che, partendo da Piazza del Duomo, coinvolgerà tutte le aree del centro storico che ospitano la Fiera.

 Sabato 3 giugno un altro dei luoghi simbolo della città aprirà le sue porte per dare il via a un calendario di appuntamenti che celebrano la bellezza e il “saper fare”. Nello storico palazzo di via Pellicceria prenderanno il via i workshop della “Stanza delle Arti”, una serie di laboratori curati da Art in Tuscany, Rosy Boa e La Staffetta che, per l’intero anno 2023, porteranno i partecipanti ad acquisire la conoscenza di antiche arti e mestieri offrendo approfondimenti teorico/pratici sulle arti della scultura, della pittura, della fotografia, dell’incisione, della stampa e del collezionismo (infoi: stanzadellearti@gmail.com; tel. 05751664385.).

In particolare nella giornata del 3 giugno dopo la presentazione della attività (che avrà luogo alle ore 10.00), per l’intera giornata saranno offerte dimostrazioni pratiche laboratoriali sulle antiche tecniche del disegno, della fotografia e dell’incisione.

Fra le iniziative collaterali alla Fiera, sabato 3 e domenica 4 giugno in via Bicchieraia si alterneranno spettacoli di glass harp durante i quali i grandi capolavori della musica classica e moderna verranno interpretati con i bicchieri di cristallo. Gli spettacoli, curati da Artscena, avranno la durata di circa 1 ora con inizio alle ore 11.00; 15.00 e 17.00. Nelle stesse giornate la compagnia “Noi delle scarpe diverse” realizzerà spettacoli di teatro itinerante con attori in costume che giocheranno su vizi e virtù degli aretini. Gli spettacoli partiranno alle ore 15.00; 16.00 e 17.00 dall’info point di Loggia Vasari. I gruppi saranno composti da massimo 30 persone (età consigliata dai 6 anni in su). La partecipazione è libera. È indicata la prenotazione al numero 0575 377468.

 “Ci aspettano giornate davvero da non perdere – commenta l’assessore al turismo e presidente della Fondazione Arezzo Intour, Simone Chierici –. A partire dalle attività previste nel palazzo di via Pellicceria che, grazie all’azione congiunta di Fondazione Arezzo Intour e Fondazione Arezzo Comunità, torna ad aprirsi alla città e ai suoi ospiti. Celebriamo i primi 55 anni della nostra amata Fiera Antiquaria con tanti eventi collaterali che contribuiranno a aumentare il clima di festa. In questa occasione inoltre, la Fondazione Arezzo Intour ha deciso di distribuire shoppers brandizzati agli espositori che con il loro lavoro e la loro presenza da sempre rendono unica questa manifestazione”.

 

Cinema, la nuova sfida di Mario Salieri:
«Un mio film su Netflix o Prime»

Mercoledì 31 maggio la proiezione in anteprima al The Space di Napoli di “Natale in casa Varriale alla presenza di tutto il cast


Tra i massimi esponenti internazionali dell’industria d’intrattenimento per adulti da oltre 40 anni, Mario Salieri si lancia in una sfida inedita: «Vorrei portare il mio cinema sulle grandi piattaforme di streaming come Netflix o Prime».

Intanto mercoledì 31 maggio alle ore 18 al The Space di Napoli mostrerà al pubblico un’anteprima della sua ultima opera intitolata Natale in casa Varriale, alla presenza di tutto il numeroso cast internazionale, tra cui i protagonisti Roberta Gemma, Franco Pinelli e Anika Russo (è possibile richiedere biglietti omaggio fino esaurimento posti prenotandosi alla mail nataleincasavarriale@libero.it).

 «Naturalmente per raggiungere lo scopo è stato necessario compiere alcune modifiche per adeguare i film alle normative di legge e alle regole deontologiche che regolamentano quel settore, ma ora che tutto è pronto per iniziare non c’era occasione migliore per presentare il progetto nella stessa città e soprattutto nello stesso giorno in cui tutto è iniziato quarantuno anni fa», spiega Salieri.

Infatti, la sua carriera nell’industria d’intrattenimento per adulti è iniziata proprio a Napoli, città che gli ha dato i natali, il lunedì 31 maggio del 1982, giorno in cui è stata costituita dal Notaio Lucio Testa al Vomero la sua prima società commerciale. «Quello è stato l’inizio di una carriera straordinaria che ancora adesso continua a offrire enormi soddisfazioni professionali e un grande successo internazionale di pubblico», racconta il regista.

In “Natale in casa Varriale”, Salieri compie una radicale rivisitazione della “commedia sexy all’italiana”, il genere cinematografico sorto in Italia negli anni settanta del novecento che conobbe un grande successo di botteghino e rese celebri molte attrici dell’epoca quali Laura Antonelli, Edwige Fenech, Gloria Guida e tante altre ancora.

Nella rilettura compiuta da Mario Salieri le differenze con il passato risultano numerose e ai caratteri distintivi del genere, fondati da erotismo e comicità, si aggiungono sfumature drammatiche e temi di denuncia sociale. 

 Il film si sviluppa in cinque atti, ciascuno intitolato con una data compresa tra il 23 e il 27 dicembre 1985. Sia il titolo che l’inizio della commedia potranno trarre in inganno lo spettatore, perché gli elementi sembrano essere quelli della classica farsa napoletana comica, interpretata da personaggi spassosi e superficiali. Lentamente, però, i toni della narrazione cambiano e si manifestano le reali identità di tutti i protagonisti, molto diverse da ciò che sembrano in apparenza.

Nel corso della storia ciascun personaggio rivelerà le proprie inquietanti nefandezze fino all’inatteso e sconvolgente finale che chiarirà lo scopo dei loschi e misteriosi traffici del Natale in casa Varriale in cui interagiscono il genere comico-farsesco, quello drammatico e un raffinato erotismo che mai scade nella volgarità. Il progetto s’ispira a fatti realmente accaduti ed è stato messo in scena da Mario Salieri con le caratteristiche della “commedia teatrale televisiva” (da non confondere con la postavanguardia del Videoteatro) in cui gli attori recitano in spazi ridotti, le inquadrature sono statiche e la regia rinuncia a qualsiasi virtuosismo tecnico o artistico. L’opera è recitata in dialetto napoletano stretto e in lingua italiana e francese (secondo la provenienza filmica dei personaggi che interpretano la storia) ed è sottotitolata in italiano e inglese. La commedia, della durata di circa 95 minuti, potrà essere trasmessa dalle piattaforme streaming in due differenti versioni, una con classificazione +14 e l’altra +18. Completano il cast Boris Schwarz, Candy Alexa, Carlo Maratea, Erik Brummer, Erik Everhard, Eva Berger, Felice D’Anna, Francesca DiCaprio, Francesco Malcom, Giovanni Belloni, Kira Queen, Marc Punzi, Maria Zullo, Michael Cherrito, Napo, Paola Maffei, Phil Holliday, Roberta Pagano, Roberta Pinto, Sabina Agos, Salvatore Arena, Valter Lucarelli, Veronica Beli.

MOSTRA AL PAN  

 foto di splendide modelle nude







Isaac Newton, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, amava scrutare le stelle del cielo, scoprirne forme e dimensioni e le ferree leggi che ne regolano il movimento. Un suo lontano discendente, Helmut, viceversa ha immortalato con le sue audaci foto le fattezze anatomiche di stelle del firmamento terrestre, indagandone non solo i corpi, ma anche l'anima. A questo suo indefesso lavoro è dedicata una mostra che si potrà ammirare fino al 18 giugno al museo PAN di Napoli, fiore all'occhiello dell'alacre sindaco De Magistris, protagonista della rinascita culturale della città. Ad accogliere il visitatore il logo della mostra (fig. 1) riprodotto sulla copertina del catalogo: una spettacolare fanciulla che ci mostra in simultanea un lato B più che invitante e un lato A che più desiderabile non si può. Ma noi preferiamo l'unica immagine a colori (fig. 2), calda e sensuale, che c'invita a dare libero sfogo alle più sfrenate fantasie erotiche. Per la visita, forse per ricordare l'antenato di Helmut, si deve sborsare una cifra astronomica: 11 euro, il doppio di Capodimonte, per cui somma è stata la mia meraviglia, quando l'altro giorno, dopo aver rotto il salvadanaio, mi sono recato con la mia adorata moglie Elvira a visitare la mostra. Credevo di godere di una perfetta solitudine, mentre invece numerosi erano i visitatori di ambo i sessi, anzi dei tre sessi, perché cospicua era la rappresentanza dei gay. Ho provato a interrogare i visitatori, partendo dalle donne, alle quali chiedevo: "Ma che siete venute a fare, v'interessano le donne nude?" Ho ricevuto le risposte più varie, ma tutte sottolineavano la percezione di un'aurea di volgarità(fig. 3 – 4). Le checche invece si deliziavano a contare il numero di foto che costituivano un lampante omaggio a Saffo e le sue seguaci(fig. 5). Su Helmut (fig. 6)  girano le opinioni più disparate. Per qualcuno è un genio che ha elevato la fotografia di moda ad arte; per altri è un misogino le cui fotografie hanno oltrepassato i limiti dell’accettabilità. Lui stesso era consapevole dei giudizi controversi che attirava, e su quell’immagine da cattivo ragazzo ci costruì buona parte del suo personaggio.  Una sua frase, forse la più famosa, spiega bene l’inclinazione di Newton:  «Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione». La fama di Newton esplose nel mondo della fotografia alla fine degli anni ‘60, quando iniziò ad introdurre nella fotografia di moda elementi di sado-masochismo, voyeurismo e omosessualità. Le donne sono riprese in pose provocanti: si aggirano cariche di tensione erotica attraverso la camera di un albergo; si adagiano su un divano colme di soddisfazione post coitale(fig. 7 – 8). Quasi sempre nature, ma rigorosamente con tacco 12 (fig. 9 – 10) La sua carriera e’ stata accompagnata dal gusto per la provocazione.  Nel 1974, uscì il suo primo libro White Women. che ottenne  l’effetto desiderato: una bomba A.  Le sue  modelle sono alte, forti e muscolose (fig. 11), in pratica il prototipo di modella anni ‘80. Gli scenari che rappresenta riflettono le sue ossessioni represse e, comprensibilmente , non pochi ritengono il suo lavoro degradante per la dignità della donna. L’idea espositiva, nata nel 2011 per volontà di June Newton, vedova del fotografo e presidente della Helmut Newton Foundation, raccoglie le immagini dei primi tre libri di Newton pubblicati tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, da cui deriva il titolo della mostra e l’allestimento articolato i tre sezioni. A Napoli la mostra, curata da Matthias Harder e Denis Curti, presenta oltre 200 immagini. I tre libri sono fondamentali per capire la fotografia di Newton, che li ha progettati personalmente, selezionando le immagini fotografiche e la loro impaginazione.                                   Achille della Ragione

SONIA BUCCI ED IL MONDO DELL’ARTE
"Femminicidio"

Sonia Bucci è una bravissima pittrice di Città di Castello (Pg) che ho incontrato per conoscere meglio la sua bellissima arte.

- Chi è Sonia Bucci e come nasce la passione per l’arte?

“Da che io abbia, pur se brevi ricordi....ho sempre avuto il desiderio e l'amore per il disegno.  Ciò che sono oggi lo devo in una fase iniziale ad un professore delle mie scuole medie in Italia, lui mi ha incoraggiata con gioia a non arrendermi di fronte alle tante cose da apprendere in materia artistica anche se credo che una buona parte di questa mia passione sia nel mio DNA paterno.Ciò che ho appreso l'ho fatto in maniera autodidatta, per apprendere le tecniche ad olio acquistavo libri e mi cimentavo a divorarli con grande interesse.Le altre tecniche sono stata da sola a studiarle....ero curiosa di fare ed apprendere. Non sono amante dei paesaggi.....li adoro ma sono per me troppo dispersivi.”
- Quali sono i tuoi soggetti e tecniche preferite e quali episodi particolari sono legati alla tua arte?
“Fino a dieci anni fa ho ricordanza di aver eseguito solo ritratti...oggi non potrei più farlo . Quando si cresce bruscamente tutto in noi cambia...e così è stato per me.Il dolore interiore ci plasma e ci fa crescere nelle emozioni....un dolore fatto di delusioni e grandi paure. L'opera che in assoluto mi rappresenta è Libera Libera, a lei devo la mia rinascita e il mio desiderio per la vita.Premetto che amo Dio, lo cerco e ogni giorno dialogo con Lui...mio unico e vero confidente ed amico.Lui che con enorme pazienza mi ha tenuta stretta fra le sue braccia amorevoli, Lui che con il suo calore ha asciugato le mie lacrime....Lui, sempre e solo Lui. Per realizzare Libera ho impiegato quasi dieci mesi, non ero mai contenta....sentivo che non era ciò che sentivo e che volevo portare alla vita. Sapevo che dovevo rappresentare una prigione...ma non solo per un fattore fisico dovuto al contesto del carcere. Sbarre di ferro che parlano di dolore psicologico e di un mondo domestico capace di uccidere giorno dopo giorno la nostra gioia di vivere e ancor di più la nostra anima.Le violenze fisiche prima o poi cessano di dare dolore, quelle invece fatte al nostro interiore rimangono come una lama tagliente e costante. Basta un niente che tutto torna a galla !!!!!!! Libera Libera con le dimensioni di cm 100x70x 20 di profondità e dal peso di circa dieci kg. nasce dal grande amore che Dio mi ha donato...da quel suo calore e grande abbraccio. In una sera d'estate gridando queste semplici parole "Dove sei Dio? Perché mi hai lasciata sola ? " mi sono vista dentro un profondo pozzo nero ( come quello dove cadde e morì il piccolo Alfredino) ed era orribile. Come in una scena inverosimile ho sentito la presenza di Gesù vicino a me così che ho detto sempre a voce alta :" Prendi la mia mano Signore, io non voglio restare in questo buio....ti prego! ". E così tutto è cambiato in me....ecco il perché del rosa che prende il posto del nero che rappresenta il buio e il dolore nell'opera .Libera Libera mi ha aiutata a crescere interiormente e sarà sempre nel mio cuore la preferita. Le sbarre di ferro realizzate in tridimensionale vogliono proprio voler far respirare l'angoscia e la paura di chi vive uno status simile, così come successivamente rappresenta la libertà il lucchetto volutamente inserito nel lato del quadro. In me questa libertà l'ha portata Dio e il mio desiderio di reagire per amore di mio figlio.....quel Dio che in altri che lo rifiutano viene chiamato con la parola coscienza che parla... Ma la coscienza non è forse Dio che parla a noi attraverso il pensiero ? ....si, almeno per me è così.”
- La tua arte è legata strettamente al Signore…
 “Se sono tornata a dipingere lo devo a Dio, solo a Lui. Il suo amore e il suo incoraggiamento mi hanno portata a creare e dare vita alle mie emozioni. Ecco perché a Bruxelles le mie opere sono state chiamate " ARTE CHE PARLA AL MONDO E PER IL MONDO....", sono una donna che ha donato e amato molto , porto con me profonde ferite le quali però non mi hanno spezzata, ma solo piegata. Giorno dopo giorno mi sono rialzata e con coraggio sono tornata alla mia quotidianità, i miei figli mi hanno dato la tenacia e voglia di vincere sul male del mondo...e così farò sempre”.                   Francesca Rossetti
  LELLO ESPOSITO IL TALENTUOSO 

SCULTORE NAPOLETANO
Entrando nell’atelier di Lello Esposito, scultore e pittore affermato in Italia e all’estero per il suo impeto nella creazione di simboli e allegorie sulla napoletanità, sei subito preso da un senso di smarrimento tra statue di san Gennaro, Pulcinella, Masaniello, il corno oggetto scaramantico in grado di allontanare le negatività e le influenze maligne, l’uovo, il teschio, il vulcano, il cavallo, i tubi con la testa dell’eroe dei due mondi. Dopo aver traslocato in vari locali cittadini, da qualche anno, il maestro, è approdato nelle scuderie di Palazzo Sansevero in Piazza San Domenico Maggiore, dove sono in bella, mostra gli ultimi lavori, all’ingresso una mastodontica statua di san Gennaro, sulle mangiatoie teste del santo e altri lavori, nelle sale interne bastoni con la testa di Garibaldi, alle pareti maschere di pulcinella e tele di grandi dimensioni, di fronte il laboratorio. La scelta dell’attuale sede, non è stata casuale, nell’atrio dell’elegante palazzo, bassorilievi con scene baccanali, battaglie e mascheroni, attribuite a Giuseppe Sammartino. Nel settecento un cavalcavia con orologio collegava il palazzo con la cappella di famiglia del principe Sansevero con il Cristo Velato. Sul finire del 1800 per infiltrazioni d’acqua, parte del passaggio crollò e non più ricostruito. Conosciuto questo palazzo, perché nel 1590 fu teatro di uno dei più efferati delitti d’onore. Maria d’Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa d’Andria, furono assassinati da sicari assoldati dal marito della contessa, il madrigalista Carlo Gesualdo, amico di Torquato Tasso, il quale non pago, del duplice omicidio, accecato dalla gelosia e dai sospetti, fece uccidere anche il figlio ed esporre i cadaveri, nudi e sanguinanti sul balcone di casa. Il popolino sostiene che il fantasma di Maria ancora oggi si aggiri nel palazzo e nella piazza antistante, alla ricerca del figlio e del suo amante. L’artista, Lello Esposito, con esperienza ultratrentennale avendo intrapreso l’arte della scultura, poco più che sedicenne vendendo le modeste opere nei mercatini di antiquariato, preferisce sperimentare nelle attuali creazioni bronzo, alluminio, creta e terracotta. Numerose le partecipazioni a mostre collettive. Le personali in giro per il mondo. Nel 2004 nel bicentenario di Giandomenico Tiepolo, autore di un ciclo sulla maschera di Pulcinella, Venezia volle celebrare la ricorrenza con una mostra personale nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro, dell’artista napoletano degno erede nel modellare la famosa maschera. Altre principali mostre a New York per il Columbus day; Pulcinella in New York, mostra di grandi quadri e sculture; Vulcano a New York; Vulcano in New York, Icone e metamorfosi napoletane, calendario di Meo, sempre nella città della grande mela; a Tokio, al Chiostro di San Domenico (Benevento), Institut Français di Napoli, Centre Pompidou Parigi, Istituto Italiano di cultura di Budapest, Certosa San Lorenzo maggiore Padula, Istituto di cultura Madrid, Kunstlerforum Born, Istituto Italiano di cultura Berlino, Theatre du Rond Point des Champs Elysees Parigi, Aeroporto G.Marconi Bologna, Villa Bruno San Giorgio a Cremano, nel museo del Tesoro di san Gennaro la statua del santo, un’opera anche nel nuovo metrò. Hanno scritto: Luisa Basile, Achille Bonito Oliva, Franz Cerami, Iain Chambers, Roberto D’Aiello, Vega De Martini, Goffredo Fofi, Carlo Franco Giuliana Gargiulo, A.Marino, Aldo Masullo, B. Pompili, Edoardo Sant’Elia, Jean Noel Schifano, Giuliano Serafini, Stefania Tondo, Angelo Trimarco, Lina Wetmuller.      Alberto Alovisi
    Collettiva d'arte pittorica "Le Gemme"
 di Lilia Perrot
il gruppo dei pittori
Anna Muti
Ciro Cozzolino
da  dx_ciro_cozzolino_giulia_nocerino_lilia_perrot_fabio_cosimo_un_visitatore
Giulia Nocerino

Lilia Perrot

Dove c'è passione c'è arte, e nella improvvisata galleria, alla mostra "Le Gemme", di Lilia Perrot, di passione e di amore se ne respirava tanto. Nella cittadina di Ercolano (Na), si conclude oggi, con grande successo di pubblico e di stampa, la collettiva d'arte pittorica tenutasi nei locali di Via Ventura, fortemente voluta e realizzata dall' artista Perrot, da decenni a caccia di talenti sconosciuti da lanciare nel mondo della pittura. Abbiamo intervistato qualche pittore, e poi Lilia, dolce signora, che ci racconta di lei, e ci dice che questa, non per sua volontà, sarà la sua ultima esposizione. Ma chi l'ha conosciuta sa quanta forza c'è in lei, e anche noi de "lo Strillo" siamo certi e le auguriamo di cuore, di ritrovarla, felice e serena come in questi giorni, alla sua prossima mostra. Forza Lilia, siamo tutti con lei.

Ciro Cozzolino

- Sig. Ciro, noi ci siamo conosciuti qualche tempo fa (ndr articolo de "lo Strillo"numero di febbraio 2016) e lei, per caso, ci mostrò alcuni dei suoi quadri che aveva realizzato da autodidatta per hobby. Che è successo da allora? Ora espone in galleria, chi l'ha scoperta, noi de "lo Strillo"?

"All'inizio non ci credevo nemmeno io. La pittura per me era una cosa difficilissima, ho cominciato con cose semplici e poi man mano mi sono cimentato in questa bellissima avventura realizzando una ventina di dipinti acrilico su tela. Mi avete scoperto anche voi de "lo Strillo" ma in particolare è merito della pittrice Lilia Perrot, che dopo aver visto alcuni dei miei quadri esposti nel mio negozio di Resina, qui a Ercolano, mi ha invitato ad una mostra, questa è la seconda a cui partecipo.".
- Che cos'è la pittura per lei?
"Per me la pittura è tante cose. Innanzitutto la gioia di vivere: attraverso i colori noi amiamo la vita, e quando la si vive con fiducia, dolcezza, sincerità ed allegria, allora ci si mette colore. Io trasferisco  un po' dei miei   colori sulle tele.".
- Come nascono i suoi soggetti?
"A volte succede anche a me, dopo aver finito un dipinto, mi chiedo: «Ma questo soggetto da dove l'ho preso? Cosa mi ha ispirato?». Non so spiegarlo, nella mia mente si creano delle storie e i soggetti che ne vengono fuori li metto su tela.".
- Qual è la storia che ha immaginato relativa al quadro che raffigura antichi egizi?
"Durante l'estate scorsa ero al mare, di fronte a me c'era Capri. Guardandola immaginai un Faraone e la sua regina che si innamoravano proprio su quell'isola. E due gabbiani che sul mare si innamoravano anche loro."
- Il prossimo passo?
"Il prossimo passo sarà una camicia. Una camicia vera, bianca, sarà inchiodata su tela ma non voglio anticipare altro.".
Giulia Nocerino
- Giulia, come nasce artista?
"Sin da piccolissima ero dedita a disegnare cose con elementi naturali. Poi frequentando il liceo artistico statale di Napoli, e con il passare del tempo, ho sperimentato diverse tecniche: carboncino, pastelli, sanguigna, poi sono approdata all'acrilico e adesso dipingo con colori a olio.".
- Quanti anni ha?
"Ho 24 anni. Sono laureata in scenografia all'accademia di belle arti di Napoli e adesso sto preparando la tesi del biennio specialistico in scenografia per cinema e tv. ".
- Il dipinto che ha esposto com'è venuto fuori?
"Questo quadro l'ho realizzato per la protagonista di un cortometraggio, la cui storia è quella di essere stata adottata perché abbandonata dalla madre. Successivamente si è scoperto che la mamma era una collaboratrice scolastica dell'accademia che la ragazza frequentava. La donna si accorse che quella probabilmente era la figlia dal suo modo di dipingere tanto simile al suo. E questo è il quadro che la ragazza dipingeva durante il cortometraggio. Ovviamente quando si girano film ci sono dei fabbisogni, e io ho creato quello che la protagonista doveva realizzare. Il cortometraggio l'ho fatto con un gruppo di colleghi, il nome è: "Ciò che so di lei".
- Progetti futuri?
"Sicuramente laurearmi. Poi continuare nell'ambito dell'arte.".
Anna Muti
- Come è approdata a questa mostra?
"Grazie alla mia cara amica e collega Giulia Nocerino, ho avuto questa bella opportunità per esporre, trovo davvero  significativo partecipare ad una mostra con qualcuno che conosco e che stimo.
- Mi racconti di lei
"Ho 26 anni, dopo il liceo artistico ho continuato con l'accademia di belle arti che tuttora frequento, tra poco dovrò laurearmi. Sono nata a San Pietroburgo. Fin da piccolina ho disegnato, e mi sono espressa attraverso l'arte da quando sono arrivata a Napoli.".
- Quindi è stata la città ad  ispirarla?
"Se la vogliamo mettere così, sì! Ho preso subito confidenza con l'arte, con l'espressione. In realtà io ho due differenti modi di esprimermi, e sono uno l'opposto dell'altro: dal figurativo classico, quindi fiori, come questo esposto che è una copia di un dipinto fiammingo, all'astratto, l'altro in mostra, dove getto tutti i miei sentimenti, le mie sensazioni.".
- Progetti futuri?
"La laurea, e poi rimanere sempre in quest'ambito, che è la mia passione principale. È stato amore a prima vista con l'arte. ".
Lilia Perrot
- Lei è di Ercolano?
"No, sono nata in provincia di Benevento ma amo Ercolano.".
- Come ha avuto l'idea di questa mostra?
"Avevo già organizzato in questa cittadina vesuviana una mostra in estate con colleghi artisti amici, per il mio compleanno. La signora che mi  ospitò e mi concesse  i locali mi disse: "Facciamone una anche per Natale", e sono stata molto contenta di avere questa opportunità. Dipingo da trentacinque anni, e questa mostra l'ho voluta io, l'ho pagata io, è stata una cosa che ho desiderato fare per stare vicino a questi ragazzi a cui voglio bene. ".
- Sono tutti giovani artisti?
fabio Cosimo
"Sono tutti giovani, grandi talenti, mi rende felice dare loro una mano facendoli conoscere al mondo, noi siamo una vasta famiglia.".
- Poi c'è Ciro Cozzolino, non più giovanissimo...
"Ciro mi è molto vicino. Io l'ho conosciuto per caso. Mi ha fatto piacere, perché è un talento.".
- Progetti futuri?
"Niente, non ho più tempo, sto molto male, ho un cancro al seno. Ho fatto questa mostra anche per questo motivo, un mio ultimo tentativo, un regalo ai giovani, stare in loro compagnia mi fa sentire meno sola.".
Stefania Santamaria

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