Rivivono le
passioni di cuochi colti e raffinati: il fasto seicentesco anche tra i
fornelli. In contemporanea alla mostra da Rubens a Maratta ad Osimo si
serviranno menù ispirati ai piatti dell’epoca rivisitati in chiave
contemporanea
Rubens, Guercino Pomarancio, ed ancora
Carlo Maratta, Mattia Preti, Gentileschi… insomma il gotha dell’arte italiana
del ‘600 riunito per la mostra far parlare di Osimo come tappa clou nel
circuito dei grandi artisti del Seicento e delle grandi mostre oggi. La mostra appare dunque una occasione
unica per conoscere i capolavori protagonisti di una complessa e variegata
stagione del barocco nelle Marche, ma è anche un’occasione per visitare luoghi
indimenticabili, da sempre noti anche per una gastronomia ricca ed esuberante e
che per la mostra torna indietro nel tempo regalando suggestioni ed emozioni
intriganti. La mostra evento
dell’estate da Rubens a Maratta curata da Vittorio Sgarbi (aperta dal 29 giugno al 15 dicembre 2013) è
anche un’occasione per riscoprire le pietanze ricche e sfarzose dei pranzi
dell’epoca, veri trionfi di gola, tripudio di profumi e sapori. Nel periodo
della mostra i ristoratori della splendida città di Osimo creeranno, infatti,
tanti diversi menù, una suggestiva incursione ispirata alle tavole d’epoca
elegantemente imbandite con vivande sempre nuove e fantasiose, talvolta
composizioni articolate, quasi costruzioni scenografiche. Piatti “d’autore” cucinati a pennello,
potremmo dire. Piatti che si ispirano alle atmosfere dell'epoca e piatti che
hanno il profumo dello zafferano e il sapore succulento delle carni di maiale
speziate cotte al forno, gli aromi agrodolci, il gusto insolito d’ingredienti
ormai rari. Cuochi di oggi, che si ispirano ai gastronomi di altri tempi, i
quali usavano condire i cibi con il mosto d’uva e spargevano con generosità
erbe e spezie. In occasione della mostra, e per tutto il periodo
dell’esposizione, i cuochi di Osimo faranno rivivere atmosfere d’antan: alle
loro tavole si potranno assaporare ricette rielaborate o reinterpretate in
chiave moderna, ma che traggono spunto da testi della gastronomia seicentesca. Un
evento che unisce quindi arte ed enogastronomia, un patrimonio del gusto che
possiamo assaggiare anche con gli occhi. Infatti la città marchigiana a due
passi dalla Riviera del Conero, in occasione della mostra proporrà l’iniziativa
Menù Barocco che vedrà
protagonisti 11 ristoranti (da Gustibus
all'Osteria Moderna, dalla Tavernetta del Corso all'Osteria dell'Arco Vecchio)
presso i quali gli ospiti potranno gustare, oltre ai piatti
tradizionali del menu, anche un menu dedicato totalmente alla cucina barocca.
Non dobbiamo dimenticare che la
cultura gastronomica del periodo barocco propone una cucina in cui il colore,
la varietà ed estrosità hanno il sopravvento, in cui il cibo è sottoposto a più
cotture, arricchito con molte spezie, salse abbondanti, acqua di rose, cannella
e zucchero. Un piatto da portata ai tempi saziava due o tre commensali
perché era costituito da pasticci, focacce ripiene e timballi, che aprivano i
pranzi o le cene in cui il cibo diveniva il vero protagonista. Attorno alle
pietanze si costruiva un vero e proprio allestimento scenografico composto da
danzatori, musicisti ed artisti. L’altro indiscusso protagonista, oltre al
cibo, era il cuoco che aveva il compito di occuparsi con estrema cura della
preparazione delle pietanze accostando sapori e profumi molto differenti tra
loro. Ed ecco riproposto in chiave moderna quello che si mangiava allora: al
ristorante Gustibus si può
assaggiare il potage di pollo con crostini all'arancia e verdure fritte, all'Osteria dell'Arco Vecchio si
gusta invece l'anatra all'arancia e meringa., mentre alla Tavernetta del Corso tra le altre
chicche troverete una zuppa di cicerchie da ricordare. E ancora molto altro in
carta. Insomma, la mostra è
veramente un’occasione insolita per scoprire la grandezza di artisti
straordinari, dalla visionarietà intensa e intrigante e che anche grazie
a questo hanno ispirato perfino il mondo dell’alta cucina.
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