giovedì 1 agosto 2013

PRENDI UN GIORNO A LONDRA

VDGG al Barbican fotodi Marcello Nitti

LONDRA, OVAZIONE AL BARBICAN PER I  VAN DER GRAAF GENERATOR
 Un recente,  tardo pomeriggio estivo  londinese ma non un qualunque pomeriggio. I Van der Graaf Generator erano attesi al Barbican Centre alle 19,30 per l'ultima performance della loro tournée inglese prima di approdare in Italia per tre date nel nostro paese. Peter Hammill aveva anticipato che avrebbe eseguito con i fidi Hugh e Guy il capolavoro "A plague of lighthouse keepers" tratto da Pawn Hearts del 1971. Già questa notizia bastava per rendere il concerto memorabile.La defezione di David Jackson è ormai nota e la band di Albione ha già dimostrato di poter reggere un concerto eseguendo qualsiasi brano del loro repertorio originale.Chi conosce i Van der Graaf Generator sa che solo l'assenza di Hammill può mettere fine ad uno dei gruppi più interessanti e celebrati della storia musicale popolare di tutti i tempi.Mi accomodo nel confortevole teatro del Barbican con il mio amico Luigi e puntualmente Peter Hammill,Guy Evans e Hugh Banton fanno il loro ingresso salutando il pubblico che aveva riempito in ogni ordine di posti la sala. Giusto il tempo di finire di applaudire il loro saluto che "Over the Hill" dall'album Trisector incomincia a rendere emozionante l'ascolto. Trisector è l'album registrato nel luglio del 2007, senza Jackson che aveva lasciato la band dopo la reunion del 2005. A dispetto di dubbi ed incertezze sulla riuscita di un buon lavoro come trio, l'album restituisce sempre le melodie profonde e geniali a cui Hammill e soci ci hanno da sempre abituato. Tredici minuti di "Over the hill" fanno subito intendere come la band sia in perfetta forma e la voce di Hammill, ora leggera ora forte, sempre ai massimi livelli. La fine del primo brano provoca un applauso liberatorio di estrema passione… Si è trattato di  una esecuzione esemplare. Questo è quello che si registrerà anche dopo. "Flight" arriva dopo una breve presentazione e la sala si ammutolisce  di colpo. Il brano in questione non è di facile esecuzione ed è stato registrato per un album solo di Hammill "A black box" del 1980, realizzato con David Jackson e David Ferguson. "Flight" presenta armonie che si intrecciano con l'audace interpretazione vocale di Hammill. Hugh Banton sostiene, con il suo "generatore"come piattaforma robusta ed eclettica, il felice tormento di Hammill. Con "Flight", che dura 20 minuti, i Van der Graaf Generator hanno già suonato per oltre mezz’ora. Si susseguivano poi in ordine,"Lifetime","All that before" e "Bunsho".I primi due brani sempre da Trisector e il successivo da "A grounding in numbers" registrato nel 2010 e rilasciato nel 2011. A questo punto del concerto il trio era coeso e calibrato. La ritmica di Evans impeccabile e solida non faceva altro che dare virilità e forza ad ogni brano. Incessanti e fantastici. Quindi il concerto è diventato il trampolino per le fantastiche "Man-Erg" e "A plague of lighthouse keepers". Eseguite senza pausa, hanno prodotto allucinazioni e visioni permeando i sensi di linfa vitale.Il concerto si concludeva così…. Un ritorno al passato che ha definito in maniera esaltante una creatività senza limiti. E' questo il merito delle composizioni di Hammill, il non avere confini alla creatività e di trascinare con sé un pathos che eleva anima e corpo.Il pubblico, in ordinata standing ovation, ha chiesto il bis e Peter Hammill concedeva un solo brano in più. Altri dodici minuti di musica totale con "Childlike faith in childhood's end" che chiudeva con Hammill alla chitarra elettrica e con una voce possente e magnifica. Banton e Evans sostenevano con energia ed abilità un finale in crescendo e di assoluta apoteosi.Mi resta la convinzione di aver assistito a una performance di grande livello, un incontro con le sonorità più profonde e delicate che attivano bagliori nell'inconscio.                       MARCELLO NITTI

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