GLI ANGELI DI MARCO MONALDI
Marco Monaldi è un giovane pittore marchigiano che dipinge
Angeli. Questo bellissimo ed affascinante soggetto da sempre appassiona artisti
di tutto il mondo e sono nati diversi musei che ne raccolgono splendide
testimonianze. L’ho incontrato per conoscerlo meglio.
- Chi è Marco Monaldi
come pittore e come persona?
“Ho un personalità
abbastanza complessa e a volte sono un mistero anche per me stesso.Sono una
persone in continuo cambiamento, e dalle molte sfumature. Seguo dei principi di
base determinati dalla mia educazione e da ciò che credo sia giusto, ma poi
sono molte le strade che percorro.In questo caso per descrivermi, non Le
parlerò tanto del mio passato, quanto ciò che rappresenta il mio presente. Oggi
mi reputo una persona molto fortunata, un uomo che per “buon Karma”, per le
scelte giuste e per la determinazione, fa uno dei lavori più belli e antichi
del mondo. Quando prendi coscienza che, se le tue scelte sono determinate dal
cuore, di conseguenza si innescano tutta un serie di fattori che fanno in modo
che, tu vada avanti e riesca nell’obbiettivo prefissato. Allora l’obbiettivo è
giusto e tu confidi in qualcosa di più grande. Il tuo approccio alla vita cambia,
e ti metti alla ricerca, la ricerca porta al cambiamento, il cambiamento in
fine porta alla comprensione e all’esigenza di trasmettere. L’ultimo step è
materializzare, lasciando un’ impronta che per quanto mi riguarda sono i miei
quadri, il mio lavoro. Le filosofie orientali e le arti marziali in
combinazione al lavoro di artista, sono i punti cardine attorno ai quali la mia
vita gira. Tutte si combinano tra loro e tutte mi stimolano a percorrere
naturalmente la via dell’ autoconoscenza. Ma non c’è mai perfezione nella vita
di chi dedica il proprio tempo a queste passioni. Mai identificarsi e farsi
identificare in un ideale. Il gioco tra materia e spirito è senza tregua.”
- Come nasce la Sua
passione per le rappresentazioni angeliche?
“Può sembrare banale, ma
la mia passione per gli angeli nasce da quando ero piccolo, quando spesso nei
miei momenti di solitudine, giocavo con il mio Big Jim e apponevo sopra la sua
schiena delle ali di carta che accuratamente ritagliavo. Le ali erano belle
aperte e il mio pupazzo volava libero nel cielo. Credo che per me fosse come un
supereroe, che aveva il potere di potersi distaccare dalla terra, e io con lui,
perché così potevo allontanarmi e distaccarmi dai problemi della vita. Già da
bimbo col mio carattere complesso,vivevo i problemi con poca leggerezza e
fortunatamente trovavo forza nelle mie fantasie e nei miei mondi interiori. Poi
col crescere, la mia passione si è oltremodo enfatizzata leggendo fumetti della
Marvel, e poi col tempo apprezzando anche le iconografie storiche delle
rappresentazioni angeliche. Ma sicuramente non erano i piccoli putti a cogliere
la mia attenzione, piuttosto le rappresentazioni degli angeli e soprattutto
degli arcangeli. Grandi e forti uomini con le ali che combattevano in nome del
bene. Un soggetto dalle fattezze umane, dai grandi poteri e con la possibilità
di librarsi nel cielo e guardare l’umanità dall’alto.Le due immagini che
ricreavo continuamente sulla carta, erano aquile e angeli. Dal simbolismo
alquanto comune.”
- Che cosa ha imparato
da questo tipo di esperienza?
“Col tempo, la
percezione della vita cambia. Vivi all’interno dei limiti umani, condizionato
da un infinità di influenze, stereotipi, attrazioni e luci psichedeliche, e
parallelamente hai forte in te il contatto con l’ultraterreno che è senza
limiti, la tua immaginazione, il mondo spirituale, la percezione di qualcosa
che ti accompagna e attende che tu scelga. I miei angeli vivono in quel mondo
intermedio. E’ la lotta interminabile e stridente tra le diverse nature di uno
stesso essere. Esseri dalle sembianze umane simili a noi creature erranti in
questo pianeta, ma al quale sono state donate ali bianche sgargianti e una
forte aspirazione verso il divino. Due aspetti, di forte dicotomia all’interno dello
stesso tempio corporeo. Convivono due energie tanto forti quanto distanti. Angeli
Umani che vivono nell’eternità, e che con una mano toccano e accarezzano
l’entità divina e con l’altra sono ancora aggrappati alla materia umana. Il
cielo e la terra si contendono queste creature. Ci sono forze di contrasto, uno stridere di
energie, una contorsione del corpo che urla basta a questo continuo affanno. Ancora
non liberi di volare via, liberi di esprimere fino in fondo la propria natura
divina, ancora avvolti da ciò che costringe e condiziona, ancora perseguitati
dal desiderio, tendono ad uscire fuori verso la luce più pura che è sempre lì
pronta ad accoglierli. Nell’attesa che qualcosa cambi, la mano divina è lì che
aspetta.”
- A quali artisti si
ispira per la sua arte?
“Sicuramente gli artisti
storici:Trovo straordinaria la tecnica, la pittura e lo stile del Caravaggio.La
sua forza emotiva e il suo realismo sfrontato. Di lui amo la potenza e
sensualità senza filtri. Rembrandt poi. Diciamo
che più che ispirare la mia pittura, è stato uno degli artisti più presenti
nella mia vita e che probabilmente mi ha trasmesso le emozioni più profonde. Di
lui ricordo prima di ogni altra cosa il dipinto del “Ritorno del figliol
Prodigo” .La cosa interessante fu quando andai da un prete in un paese vicino
il mio, e gli raccontai che qualche giorno prima non ero stato assolto quando
mi confessai durante una visita a Loreto.Gli raccontai l’accaduto e lui di
risposta mi assolse facendomi vedere l’immagine di un quadro di un artista a me
sconosciuto, ma che non dimenticai mai più. Il suo discorso fu veramente bello
e le sue parole mi confortarono per la grande intelligenza e sensibilità. Poi
le acqueforti di Rembrandt.Quando avevo appena raggiunto Firenze, e mi
accingevo a prepararmi per l’esame di ammissione per entrare all’Accademia di
belle arti. Avevo appena lasciato la mia casa nelle Marche, e la mia amica
Loredana, mi aveva appena ospitato in casa con le sue amiche, finché non avessi
trovato un posto dove stare. Mi portò a vedere le acqueforti di questo grande
artista olandese di cui non riuscivo neanche a pronunciare bene il nome. Rimasi
completamente aggrappato da quello che vedevo. Ma l’esperienza più incredibile,
è vedere un suo quadro dal vero. “Geremia che lamenta la distruzione di
Gerusalemme.”ne è stato un esempio. Soprattutto nei lavori di piccole
dimensioni, la mia attenzione è completamente presa. Rimango ipnotizzato
davanti tanta bellezza, spiritualità e bravura che con difficoltà trattengo le
lacrime. Michelangelo Ho vissuto a
Firenze per cinque anni e avendo visitato Roma più di una volta, non potevo che
non essere colpito da tanta grandezza umana. La scultura, essendo una materia
che non tratto, mi da sempre l’impressione di essere qualcosa di veramente
lontana e intangibile. Michelangelo sembra andare oltre l’umana capacità del
fare.”
- Dove è possibile
ammirare le Sue opere?
“Che io sappia non ci
sono musei degli angeli nel mondo che espongano le mie opere. Solo Aldo Busi ha
un mio quadro in casa, ma in realtà, lavorando per una galleria , delle opere
da loro vendute non ne conosco mai l’ubicazione finale. Lavoro anche su commissione, ma propongo
sempre opere in linea con il mio lavoro. Non mi discosto mai. Per cui se mi
chiedono delle copie, dei paesaggi etc…..sono costretto a dire di no. Ma questo
non capita quasi mai, le persone dopo che vedono i miei lavori mi lasciano
piena libertà, comunque le mie opere sono visibili sul sito www.marcomonaldi.com”
Francesca
Rossetti
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